Storia

9 settembre 1943: il piccolo Pasquale ammazzato dai soldati tedeschi e l’eroico gesto di Mons. Cesarano

Quel 9 settembre 1943 era un venerdì. Con l’armistizio del giorno precedente i soldati di Hitler, che a Manfredonia avevano il loro quartier generale presso Palazzo Scarnecchia (in via San Lorenzo n. 39) da amici erano improvvisamente diventati nemici e dovevano immediatamente lasciare la città.

L’Arcivescovo Andrea Cesarano.- Manfredonia Ricordi

Alcuni militari tedeschi decisero di sequestrare una corriera provocando la reazione furibonda di un gruppo di sipontini stanchi e stremati dai duri anni della guerra, che iniziarono a rincorrerli tirando loro dei sassi. Nel frattempo, le nubi di un temporale di fine estate avevano cominciato a dissiparsi lasciando spazio ad un sole ancora abbastanza caldo e i bambini di Manfredonia si riversarono per le strade a caccia di un po’ di normalità.

Negli anni della guerra uno dei giochi preferiti da fare dopo la pioggia era detto škattjille. Era un gioco infantile poverissimo che si svolgeva a coppie: si raccoglieva del fango e si plasmava una piccola tazza che ogni giocatore sbatteva a turno sul marciapiede con i bordi in giù producendo un rumore simile ad un piccolo botto (’u škattjille).

Tra i bimbi in strada quel pomeriggio c’era anche il piccolo Pasquale Grieco, di appena 4 anni. Pasquale era in via Capitano Valente (nella parte che oggi è denominata via Ospedale Orsini) insieme ai compagni più grandi che facevano ‘schiattare’ rumorosamente quella specie di bicchierini di fango che dopo il tonfo venivano manipolati con le piccole manine, imitando le loro mamme quando preparavano le polpette.

Via Capitano Valente (oggi via Ospedale Orsini), nel tratto in cui il piccolo Pasquale Grieco venne colpito mortalmente mentre stava giocando.

Intanto, i tedeschi a bordo della corriera sequestrata ai sipontini stavano percorrendo il centro cittadino, quando iniziarono a sparare all’impazzata dei colpi in aria con le loro mitragliatrici per allontanare gli inseguitori. Svoltando da via Tribuna su via Capitano Valente, fu un attimo. I bambini in strada distratti dai botti d’u škattjille non si accorsero degli spari, e le risa e gli schiamazzi di gioia dei vincitori si trasformarono in grida di terrore mentre rivoli di rosso sangue cominciarono improvvisamente a scorrere ai loro piedi.

Il piccolo Pasquale con le manine ancora sporche di fango era riverso a terra: un proiettile lo aveva colpito mortalmente. Mentre i bambini intorno guardavano la scena impietriti, da lontano una donna iniziò a correre urlando con le mani tra i capelli. Avendo assistito alla tragedia appena consumatasi, il marinaio in servizio Nicola Latorre si armò di coraggio e vendicò l’accaduto sparando contro il mezzo e provocando la morte di un soldato tedesco.

Palazzo Scarnecchia (in via San Lorenzo n. 39), sede del comando tedesco durante la guerra.

Alla vista del commilitone ucciso, la furia tedesca esplose cieca e rabbiosa. Venti cittadini di Manfredonia vennero catturati a caso per essere fucilati.

Ma mentre la rappresaglia si stava per consumare, tra la folla che nel frattempo si era accalcata per implorare pietà e chiedere la liberazione dei prigionieri, avvertito di quanto stava accadendo, giunse trafelato l’arcivescovo Andrea Cesarano, il quale senza pensarci due volte si piazzò dinanzi le mitragliatrici e col suo corpo fece scudo ai venti sipontini.

Non chiese semplicemente di risparmiarli, ma propose un baratto: “uccidete me e salvate loro”. I soldati del Führer, solitamente sempre freddi ed irremovibili nelle loro divise, ebbero un sussulto e si guardarono esterrefatti abbassando le armi.

Poi, nel più assoluto silenzio, salirono a bordo della corriera e presero la strada in direzione Vieste. I venti manfredoniani erano salvi, mentre una mamma ripiegata sul proprio dolore accarezzava per l’ultima volta il suo figliolo prima di salutarlo per sempre.

Bambini di Manfredonia in posa durante la guerra con un americano in divisa.
(Foto tratta dal libro di ricordi di Antonio Telera)

Per il suo eroico gesto Mons. Andrea Cesarano, Vescovo di Manfredonia, venne insignito della Medaglia d’Argento al Valor Civile. I resti del piccolo Pasquale Grieco, vittima della cieca follia della seconda guerra mondiale in quel 9 settembre del 1943, riposano nell’ossario comunale del cimitero di Manfredonia.

Maria Teresa Valente

NB: Grazie a Silvio Simone Pellico per le preziose info con cui scrissi un dettagliato articolo qualche anno fa che oggi ho voluto sintetizzare e riproporre.

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Maria Teresa Valente

Giornalista pubblicista dal 2000 ed impiegata, esercita anche l’attività di mamma full time di due splendidi e vivacissimi bambini: Vanessa e Domenico. È nata e cresciuta a Manfredonia (FG), sulle rive dell’omonimo Golfo, nelle cui acque intinge quotidianamente la sua penna ed i suoi pensieri. Collabora con diverse testate ed ha diretto vari giornali di Capitanata, tra cui, per 10 anni, Manfredonia.net, il primo quotidiano on line del nord della Puglia. Laureata in Lettere Moderne con una tesi sull’immigrazione, ha conseguito un master in Comunicazione Politica ed è appassionata di storia. Per nove anni è stata responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco di Manfredonia. Ancora indecisa se un giorno vorrebbe rinascere nei panni di Oriana Fallaci o in quelli di Monica Bellucci, nel frattempo indossa con piacere i suoi comodissimi jeans, sorseggiando caffè nero bollente davanti alla tastiera, mentre scrive accompagnata dalla favolosa musica degli anni ‘70 e ‘80.

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