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Sofim. De Pellegrino/Azzarone: “Giù le mani dall’impianto di Foggia. No allo spostamento di parte della produzione ad Avellino. Intervengano i parlamentari”

L’impianto Sofim di Foggia deve essere potenziato e non messo in crisi dallo spostamento di parte della produzione nel sito di Avellino.

Questo è quanto comunicato stamattina dal management di CNHI (ex Sofim) alle organizzazioni sindacali rispetto alla decisione del gruppo FCA (ex Fiat) di produrre autonomamente 150.000 motori nell’impianto di Pratola Serra, in provincia di Avellino, per attenuare la crisi produttiva e occupazionale sofferta in quell’impianto.

Se ciò accadesse, sarebbe scontata l’applicazione della cassa integrazione per parte dei lavoratori dell’impianto di Borgo Incoronata. Una procedura mai applicata negli ultimi anni grazie agli investimenti tecnologici e agli accordi sindacali che hanno consentito sviluppo produttivo e nuove assunzioni, soprattutto tra i giovani foggiani.

Non è possibile, peraltro, escludere che la decisione comunicata stamattina risponda a logiche politiche, oltre che economiche,ragion per cuimi pare più che opportuno chiedere un’accorta vigilanza ed un tempestivo intervento a tutti i parlamentari eletti in Capitanata, a partire da quelli che sostengono il Governo Conte e condividono con il vice premier e ministro allo Sviluppo Economico Luigi Di Maio l’appartenenza al Movimento 5 Stelle.

Sia chiaro, non c’è alcuna battaglia di campanile o tensione egoistica, solo la denuncia di un potenziale rischio d’indebolimento del sistema produttivo e occupazionale di un impianto strategico per l’economia territoriale e l’industria dell’auto italiana.

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Redazione

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