“Sempre più soli gli anziani in questo tempo pieno di rissosi”
IL treno è passato, di fianco al mare assolato e blando, con le onde cristalline riflesso chiaro in faccia al cielo, con il loro odore libero e fermo per un viaggio senza meta, che sta per partire senza ritorno.
Su un sasso come un albero io li guardo,l’aria canta seduta ad una sedia, mentre pregano di non essere abbandonati perché sono anziani, sempre più soli e indifesi: – Prendetevi cura di quella generazione che è passata in età avanza, molti abitano nei pianterreni e quando la sera li vedi con le tendine alzate dietro i vetri a sbirciare la vita, ad annusare le persone e il loro profumo che emanano.
Sembrano cani sotto le volte delle proprie case, un problema preso sempre con poca considerazione, soli, affetti da una malattia, ma più spesso soffrono di solitudine, si aggrappano all’esistenza come flebili atleti alla pertica, esclusivamente per non lasciarsi morire.
Danno da mangiare ai piccioni con molliche di pane fuori dai piatti davanti ai marciapiedi.
Mondo, fuori da ogni piano teorico, giorno che non importa a nessuno del loro assolo quotidiano, di quel sole che non fa né vivere né andare oltre al tramonto dell’orizzonte, loro oramai come gabbiani sul molo ad aspettare per sorvolare le onde lontane dal paese, con la mente del pieno pomeriggio inoltrato.
A cura di Claudio Castriotta