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Schiavi d’Italia, il nuovo libro di Luca Maria Pernice

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Schiavi d’Italia, il nuovo libro di Luca Maria Pernice

SCHIAVI D’ITALIA
Caporalato, diritti negati e speranze in uno dei ghetti più grandi d’Europa
di Luca Maria Pernice – prefazione di don Luigi Ciotti
pp. 96 – euro 12,00


Un reportage sul ghetto pugliese di Borgo Mezzanone, tra Foggia e Manfredonia, in cui vivono circa duemila braccianti, soprattutto nordafricani.


“Diciamolo chiaramente: situazioni come quelle descritte in questo libro sono possibili perché, a più di settantacinque anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, ci sono ancora vite che valgono meno di altre. Ci sono ancora persone considerate meno umane di noi. Q uesto si chiama razzismo, un male che ci illudevamo di esserci lasciati alle spalle dopo i drammi del colonialismo, dello schiavismo e della Shoah,
e che invece tuttora serpeggia nella nostra società, determinando comportamenti individuali e anche scelte politiche indegni di un Paese civile”.

È come sempre limpido, netto, inequivocabile nelle sue parole don Luigi Ciotti, che firma la prefazione
del nuovo libro del giornalista e scrittore Luca Maria Pernice. Foggiano, Pernice da sempre richiama
l’attenzione – sia attraverso il suo lavoro sia attraverso la sua attività di volontariato – su eventi o
fenomeni problematici del territorio in cui vive, convinto che solo attraverso la conoscenza e la cultura
sia possibile costruire una società più giusta e responsabile. Allo stesso modo cerca di valorizzare le
cose belle e positive che ci sono: anche se a volte possono sembrare piccole e irrilevanti, hanno la
capacità di vincere la rassegnazione e stimolare il cambiamento.


L’Autore è entrato nel ghetto pugliese di Borgo Mezzanone, tra Foggia e Manfredonia, in cui vivono circa
duemila braccianti, soprattutto nordafricani. In questo luogo off limits, ha visto le disastrose condizioni di
vita nella baraccopoli e ha parlato con alcuni migranti. Tante le storie che si sono incrociate, tanti i
racconti e i ricordi: i Paesi di origine, la disumana povertà e le guerre; il duro lavoro nei campi, spesso
fatto di dodici ore al giorno, per pochi euro l’ora; i molti sogni infranti. Sono storie di donne e uomini,
schiavi del X X I secolo, vittime del traffico di esseri umani, di meccanismi di oppressione ed
emarginazione, del sistema del caporalato che calpesta i loro diritti.


Ma in queste pagine non c’è solo dolore. C’è anche la loro speranza di libertà: liberi dallo sfruttamento,
liberi di vivere con dignità. Una speranza che può avanzare anche grazie al contributo della società civile
e alla presa di coscienza di ogni singolo cittadino.


“Sono grato a Luca Pernice – scrive sempre don Luigi Ciotti nella prefazione – per questo racconto così
puntuale e sofferto. Perché prendendoci per mano ci accompagna là dove non avremmo mai voluto
entrare, ci mette in dialogo con coloro che pensavamo di non poter mai ascoltare. E ci restituisce gli
uomini, le donne che abitano nel ghetto di Borgo Mezzanone, intatti nella loro umanità, più che mai credibili nella loro richiesta di dignità e diritti”.

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