Quando un manfredoniano scortò Falcone

Quando un manfredoniano scortò Falcone
Era un 23 maggio di qualche anno fa e in tv scorrevano le immagini della strage di Capaci. Mio suocero, Mimmo Scarano, con la sua solita pacatezza, raccontò che nel 1991, appena un anno prima della strage, fu incaricato di scortare Giovanni Falcone a Vasto. Un manfredoniano accanto a uno degli uomini più coraggiosi della storia repubblicana.
Quel 23 maggio 1992 lo ricordo bene. Avevo 14 anni. Stavamo tornando dalla campagna e accendemmo la radio: Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta – Montinaro, Dicillo e Schifani – erano stati uccisi.
Un anno prima, Mimmo era lì, in servizio, accanto a Falcone. Mi raccontò di un pranzo bruscamente interrotto, delle misure di sicurezza, della tensione silenziosa. E di quanto quell’uomo apparisse perbene.
Oggi come allora, quella strage ci pietrifica. Ma Falcone non si è mai fermato, mai arreso. Perché, forse, aveva più paura di vivere arrendendosi che di morire.
E ancora oggi, le sue idee camminano su tutte le gambe che non si piegano.
📅 23 maggio. Per chi non dimentica. Per chi continua a camminare.
Maria Teresa Valente