“Quando la vita era un’altra cosa: gli storici agrumeti e una tranquilla comunità”
Manfredonia – LI ricordo ancora bene – quegli agrumeti selvatici, di un colore arancio ,splendente vivo,alberelli ,tutti in fila affacciati sul Corso del paese , accanto al noto ” Bar Gatta “, quella grande vegetazione di macchia colorata a pastelli del tempo – dall’ arancione al verde … alla luce del primo pomeriggio. La loro puntuale e vegeta fioritura, all’interno di una veranda recintata ,da fili filati un po’ arrugginiti,che dava su Corso Manfredi , profumavano l’aria, anche d’inverno secco e sereno, oggi c’è ma è rinsecchito ,come la nostra città. Era posta fra le attività e dava sulla strada, un’improvvisa, terra fertile di agrumeto, con foglie verdi e mura antiche del tempo , di ieri, di un tipo di tufo, con un po’ di marmo grezzo – e di guardia c’era un enorme e cattivo cane doberman … nero con chiazze marroni, di un’aggressività unica,tale da mettere paura chiunque , con i suoi denti affilati un po’ ngialliti.
Quante volte mi sono arrampicato per guardare e sentire, il profumo di quei frutti puri, di una sensazione di vita vera ; il tutto quando il paese viveva davvero di pesca , e i pescatori tornavano da pescare , con i secchi e i telai sotto il braccio, già i pescatori vivevano una sana e libera vita di esistere , e i contadini con le cime di rapa e broccoli in un fascio di giornale , agricoltura di un’umana presenza, come era la terra calpestata ,in maniera pulita in quegli anni : oggi cosa ci resta ,di quei simboli di sempre, di genuinità…poco e niente – magari male – facciamo oramai parte delle cose perdute ,che fioriscono ancora nella vita di oggi ,ma con il loro odore cambiato dal sole fievole, che guarda le mura riflesse in controluce di un’ombra sbiadita.
Di Claudio Castriotta