Spettacolo Italia

Pooh: la leggenda di un amore italiano che dura da sessant’anni

Da oltre mezzo secolo i Pooh fanno cantare generazioni intere. La puntata di Techetechetè del 31 luglio è stata dedicata proprio a loro.

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Quando si parla di musica italiana, è impossibile non pensare ai Pooh. Nati nel lontano 1966, questi artisti non sono soltanto una band: sono un fenomeno culturale, una parte dell’identità musicale del nostro Paese. Amati da più generazioni, sono riusciti a unire padri, madri e figli sotto le stesse note, con canzoni che hanno segnato epoche, emozioni e ricordi. Alla base del loro successo ci sono ingredienti ben precisi: testi sinceri, melodie coinvolgenti, armonie vocali uniche e una solida amicizia tra i membri. Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, Stefano D’Orazio, Riccardo Fogli (e in precedenza anche Valerio Negrini) hanno saputo creare un’identità musicale riconoscibile e senza tempo. Il gruppo ha attraversato i decenni adattandosi ai cambiamenti sonori senza mai tradire la propria anima. I Pooh hanno saputo innovare rimanendo fedeli a sé stessi, abbracciando nuove tecnologie ma mantenendo quel calore umano che li ha sempre contraddistinti. Non a caso sono stati tra i primi in Italia a portare strumenti elettronici in sala di registrazione e sul palco, dimostrando uno spirito pionieristico. La puntata di Techetechetè in onda su Rai1 il 31 luglio 2025 è stata dedicata proprio a questo leggendario complesso, che non ha nulla da invidiare come talento e bravura ad altre band internazionali come i Beatles. Questo articolo vuole fare qualcosa di simile nel suo piccolo: dare lustro ai Pooh, visto l’amore che per oltre in tutti questi decenni gli italiani hanno dimostrato (e continuano a dimostrare) nei loro confronti.

Non solo musica: una filosofia di vita

Amare i Pooh non significa solo cantare “Uomini soli” o “Chi fermerà la musica”. Vuol dire condividere valori come l’amicizia, la lealtà, la speranza, l’amore romantico ma anche quello universale. I loro brani parlano al cuore, senza sovrastrutture, con una semplicità solo apparente che arriva dritta all’anima. I Pooh sono riusciti a trasformare ogni canzone in una piccola storia: racconti di vita quotidiana, sogni, paure e desideri. Il loro pubblico si è sempre sentito parte di quel mondo, complice di quelle emozioni. Nati a Bologna nel 1966, inizialmente con il nome “The Jaguars”, i Pooh hanno attraversato diverse formazioni prima di trovare la loro identità definitiva. Il nome “Pooh” fu scelto ispirandosi al celebre orsetto Winnie the Pooh, con l’idea di evocare tenerezza, fantasia e un legame con l’infanzia. A dare il primo slancio al gruppo fu Valerio Negrini, batterista e primo autore dei testi, insieme a Roby Facchinetti, tastierista e voce inconfondibile del gruppo. Nel corso degli anni si unirono Dodi Battaglia, chitarrista virtuoso, Stefano D’Orazio alla batteria, e infine Red Canzian al basso. Il loro repertorio vanta decine di brani entrati nella memoria collettiva italiana: “Tanta voglia di lei” (1971) fu il primo grande successo commerciale, seguito da perle come “Noi due nel mondo e nell’anima”, “Piccola Katy”, “Pensiero”, “Dammi solo un minuto”, “Chi fermerà la musica”, fino all’intensa “Uomini soli”, con cui vinsero il Festival di Sanremo nel 1990. Ogni canzone è diventata una piccola colonna sonora della vita quotidiana degli italiani, capace di raccontare con poesia emozioni, sogni e malinconie universali. oltre 100 milioni di dischi venduti, decine di tournée, e una discografia che abbraccia più di 40 album, i Pooh sono entrati nel Guinness dei primati per la loro continuità e prolificità artistica. Nel 2016 hanno celebrato il loro cinquantesimo anniversario con un tour sold-out in tutta Italia, salutando il pubblico con un abbraccio collettivo che ha commosso il Paese. Eppure, anche dopo l’addio ufficiale, l’amore del pubblico non si è mai spento. Ogni loro reunion, ogni apparizione pubblica o tributo riaccende quel legame viscerale tra band e fan. I Pooh non sono soltanto una band storica: sono un patrimonio emotivo collettivo, una colonna sonora che accompagna da decenni momenti importanti della vita di milioni di italiani. La loro leggenda non conosce tramonto, perché quando una melodia tocca il cuore, resta per sempre. Nel 2025 i Pooh non solo sono rimasti i protagonisti del panorama musicale italiano, ma hanno lanciato diverse iniziative capaci di sorprendere anche i fan più affezionati. In occasione dello show “Noi amici per sempre” su Canale 5 lo scorso 4 gennaio, Michelle Hunziker ha raccolto attorno al tavolo Dodi, Roby, Red e Riccardo Fogli – insieme anche a ospiti come Patty Pravo e Il Volo – per ripercorrere la loro storia tra aneddoti e ricordi personali. Il 14 febbraio è inoltre nata “Radio Pooh”, la radio ufficiale del gruppo che trasmette 24 ore su 24 non solo musica, ma anche messaggi e jingle con le voci di Roby, Dodi, Red e Riccardo Fogli. Non possiamo terminare, tuttavia, questo articolo, senza prima spendere qualche parola in memoria del grande Stefano D’Orazio. La sua scomparsa, avvenuta nel 2020 a causa del Covid, ha lasciato un vuoto profondo non solo nella band, ma nel cuore di milioni di fan. Batterista, paroliere e anima sorridente del gruppo, Stefano era molto più di un semplice musicista: era il collante umano ed emotivo dei Pooh. Il suo stile ironico, il suo modo gentile di raccontare la vita nei testi, e quella capacità di tenere unito il gruppo anche nei momenti difficili, lo rendono ancora oggi una figura insostituibile. Il suo spirito continua a vivere in ogni nota, in ogni ricordo e in ogni applauso dedicato alla band.

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