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Per Meloni è ancora un no l’idea di Salvini al Viminale. La Lega pensa a un sostegno esterno

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La scena, in politica, non dice mai la verità. C’è sempre un pensiero che abita nel retroscena che nasconde il vero. È così anche per Giorgia Meloni che ieri, dopo le indiscrezioni sulla volontà di escludere Matteo Salvini dal governo, è dovuta intervenire per ribadire che quelle sono notizie infondate: il centro-destra è unito, governerà e per lei non c’è nessun veto. 

Il ragionamento è tutto molto in apparenza. Fonti interne al suo partito, Fratelli d’Italia, hanno svelato un malumore di molti dirigenti nei confronti di Salvini. Ieri, infatti, c’è stato un incontro fra Salvini e Meloni per calmare le acque. Ma se il toto-ministri ha al centro il dibattito su cosa farà Matteo Salvini, la Lega cerca di alzare la posta. Salvini vorrebbe ritornare al Ministero dell’Interno. Secondo Repubblica, la mancata autorizzazione meloniana a occupare nuovamente il Viminale, potrebbe portare Salvini a ragionare su un sostegno esterno. 

Altre fonti, invece, parlano di una lega pronta ad alzare la posta. Se il Viminale è un sogno tutto personale di Salvini (e, per alcuni motivi, irrealizzabile), il partito vorrebbe portare a casa – come nel Conte 1 – un vice-premier e un ministero importante a scelta. Le opzioni potrebbero essere o l’agricoltura o le infrastrutture. 

Il sostegno esterno è stato smentito da tutti i coinvolti, ma l’incontro di ieri fra i due leader non sarebbe stato pacifico. Meloni è ferma sul suo no a Salvini al Viminale. L’incarico potrebbe andare sempre alla Lega, ma non a Salvini. Meloni avrebbe proposto o Nicola Molteni, ex sottosegretario agli interni, oppure Matteo Piantedosi, prefetto di Roma nominato da Lamorgese. Il problema, secondo Repubblica, è sempre lo stesso: le simpatie putiniane del Capitano. 

La leader, secondo Repubblica, non vorrebbe fare errori sul fronte Nato. Meloni, infatti, vorrebbe blindare il suo Governo con una squadra imbattibile, pronta a resistere alle pressioni e alle tante difficoltà che incontrerà sul suo cammino. Salvini, su questo punto, potrebbe non essere all’altezza della sfida. Un gran problema per il centro-destra appena vittorioso. 

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