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Pasti per gli studenti di Monte Sant’Angelo, Cera: “Si faccia chiarezza sull’aggiudicazione del servizio”

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PASTI PER GLI STUDENTI DI MONTE SANT’ANGELO PREPARATI NELLA CUCINA DEL PTA, CERA: “SI FACCIA CHIAREZZA SULL’AGGIUDICAZIONE DEL SERVIZIO. LE CARTE SOLLEVANO PIÙ DI UN DUBBIO. INTERROGHERÒ EMILIANO E PIEMONTESE”

BARI, 19 giugno 2025

Si possono preparare i pasti destinati agli studenti di scuola dell’infanzia, elementari e medie nella cucina di un ospedale?

“A Monte Sant’Angelo evidentemente sì. Ma siamo ormai abituati ad assistere a situazioni quanto meno inusuali nel Comune di origine del nostro assessore regionale alla salute e vicepresidente”, così il consigliere regionale Napoleone Cera commenta la delibera del direttore generale della Asl Foggia, a sua volta montanaro, numero 814 pubblicata non più tardi di 3 giorni fa, con la quale l’Azienda sanitaria di Capitanata ha concesso l’utilizzo del punto cottura del Pta di Monte alla ditta aggiudicataria del servizio di mensa scolastica (Ladisa) nei due istituti comprensivi della città di San Michele, messo a bando dall’amministrazione comunale. Utilizzo che prevede, peraltro, il pagamento di un corrispettivo pari a 9 centesimi a pasto.

“Confidiamo nel fatto che spazi e attrezzature, pur trovandosi in un ospedale, siano specificamente dedicati alla preparazione di pasti per bambini e ragazzi, che potrebbero avere esigenze nutrizionali diverse dai pazienti del Pta e richiedere procedure di preparazione specifiche – ha rimarcato Cera -. È fondamentale che i flussi di lavoro (preparazione, cottura, distribuzione) siano separati per evitare contaminazioni e garantire la sicurezza alimentare”.

Ma a destare le maggiori perplessità è la procedura che ha portato a questa insolita disposizione.

“La gara per il servizio mensa scolastica a Monte Sant’Angelo è passata per la stazione unica appaltante della Provincia, la presentazione delle offerte scadeva, in una prima versione della procedura, il 20 dicembre del 2024, successivamente, a seguito di rettifica, è stata spostata al 27 gennaio di quest’anno. Il capitolato è chiaro: chiedeva ai concorrenti di ‘avere la disponibilità, ovvero impegnarsi ad avere la disponibilità, entro la data di stipula del contratto, in proprietà o in locazione o comodato, per tutta la durata del contratto, di un centro di produzione e cottura pasti conforme a quanto previsto dal capitolato speciale d’appalto, regolarmente autorizzato e certificato dalla competente autorità sanitaria per territorio e conforme alla normativa vigente in materia. Ai fini della comprova è necessario presentare il contratto di acquisto, comodato o locazione del centro di produzione e cottura dei pasti con allegata documentazione attestante la conformità del centro di cottura alle normative vigenti summenzionate. Nel caso di non disponibilità del centro di cottura, l’operatore economico deve presentare apposita dichiarazione di impegno, da allegare all’interno della documentazione amministrativa, con data antecedente a quella di scadenza delle offerte’. Dalla delibera della Asl veniamo a conoscenza del fatto che in effetti la prima richiesta della Ladisa è arrivata alla Asl Foggia con nota 6012 il 16 gennaio 2025, mentre la società concorreva alla procedura di gara”.

Leggendo con attenzione la delibera della Azienda sanitaria si evince che “Per vie brevi – “Quali, in che data e quanto tracciabili?”, si chiede Cera – la società in argomento informava l’Area gestione del patrimonio di essere aggiudicataria del servizio di ristorazione presso il Comune di Monte Sant’Angelo, pertanto con successiva nota prot. 68219 del 05.06.2025, nel richiedere nuovamente – e in questo passaggio si rafforzano i dubbi di Cera – la disponibilità dell’utilizzo della cucina, formulava proposta di royalty”.

“Questo significa – evidenzia il consigliere regionale – che ben oltre la scadenza del bando e contrariamente a quanto disposto dal disciplinare di gara, la Ladisa non avrebbe avuto ancora la disponibilità del punto cottura, se ha dovuto richiederla nuovamente il 5 giugno scorso. Va ricordato che l’ufficialità è arrivata solo in questi giorni. La mia domanda, quindi, è: come è stato possibile procedere all’aggiudicazione? È evidente che qualcosa non torni. Mi auguro che non si tratti di una forzatura delle regole o una leggerezza amministrativa che rischia di diventare un caso gravissimo. Se un operatore economico si aggiudica un appalto senza possedere, nei tempi previsti, i requisiti richiesti dal capitolato allora siamo in presenza di una possibile violazione della trasparenza, dell’equità e della legalità della gara. Non ci stiamo. Questa vicenda non può finire sotto silenzio. È lecito porsi tutti gli interrogativi del caso perché la legalità non può essere cucinata a fuoco lento nella mensa di un ospedale”, la conclusione caustica di Cera che, a margine, annuncia la volontà di proporre un’interrogazione all’assessore alla sanità Raffaele Piemontese e al governatore Emiliano.

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