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Paola Cortellesi vittima del politicamente corretto? Il suo monologo non convince tutti

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Paola Cortellesi vittima del politicamente corretto? Il suo monologo non convince tutti

“Biancaneve faceva la colf ai sette nani”. Questa è la sintesi del monologo che Paola Cortellesi ha avuto alla Luiss Guido Carli per l’inaugurazione dell’anno accademico.

L’attrice e regista di “C’è ancora domani” ha testualmente detto: “Siamo sicuri che se Biancaneve fosse stata una cozza il cacciatore l’avrebbe salvata lo stesso?”

E ancora: “Perché il principe ha bisogno di una scarpetta per riconoscere Cenerentola, non poteva guardarla in faccia?”.

Provocazioni? Sì. Ma era il caso? No.

Fare sessismo nelle fiabe per bambini del secolo scorso non sembra essere una cosa che funziona. Paola Cortellesi è stata asfaltata da diverse penne e voci del giornalismo italiano dopo queste frasi.

“Della goffa sortita universitaria della Cortellesi sulla Grundfrage di Biancaneve e i 7 nani colpisce, tra il tragico e il comico, il fatto che ella abbia puntato il dito contro il “patriarcato” della classe lavoratrice (Brontolo più di tutti, immagino): e non abbia speso una parola sul fatto che la vicenda scaturisce dall’odio di una donna (la perfida regina) contro la protagonista. Ridere per non piangere, ancora una volta” scrive Diego Fusaro.

“Ma quanto sono assurde le critiche alla fiaba di Paola Cortellesi?” scrivono invece i (tanti) suoi difensori.

Le fiabe, che pensiamo di conoscere, nella loro versione originale sono già frutto di revisioni e riscritture fatte nei decenni e nei secoli precedenti. Vanno riscritte? Vanno tirate in ballo ogni volta per criticare il maschilismo?

Il più duro, invece, è stato il solito Giuseppe Cruciani: “Paola Cortellesi, famosa attrice, regista, forse produttrice – ormai tutti fanno tutto –se la prende con le fiabe cosiddette sessiste: oggi si è raggiunto l’apice della put****** colossale

Se fossi stato presente, mi sarei alzato e avrei detto: ‘Vaffanculo’. Un vaffanculo liberatorio, alla Beppe Grillo di un tempo. Ma parliamo di cose serie, non delle fiabe dai”.

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