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Ospedale Manfredonia, lettera delle associazioni

C.a.

Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri

 

Ministro della Sanità

 

Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia ed assessore alla Sanità

 

Raffele Piemontese, Assessore al Bilancio Regione Puglia,

Leo Di Gioia, Assessore all’Agricoltura Regione Puglia,

Paolo Campo, consigliere regionale

Giandiego Gatta, consigliere regionale

 

Angelo Riccardi, Sindaco della Città di Manfredonia

Antonio Prencipe, Presidente del Consiglio Comunale, Città di Manfredonia

 

 

 

Egregi,

 

il Club Rotary di Manfredonia,

il Club Lions Host Manfredonia,

l’Università della terza Eta’, Manfredonia,

la Società Storia Patria, sezione di Manfredonia,

il Centro Documentazione Storica di Manfredonia,

l’AVIS Manfredonia,

l’Ass. Arcobaleno, Manfredonia,

LIDI sez. Foggia

e LIDU sez. San Severo

 

sentono la necessità ed il dovere di esprimere, apertamente, la propria grande preoccupazione e l’allarme riguardanti le continue notizie relative all’imminente e rilevante depotenziamento dell’Ospedale di Manfredonia.

Ben consci che la spesa sanitaria è la maggiore voce del bilancio dell’ente regionale sappiamo senz’altro che già i predecessori dell’attuale presidente regionale, nonché assessore alla Sanità ad interim, dopo gli anni della spesa pubblica senza limiti, sono stati richiamati ad un controllo dei conti avviando una serie di piani di riordino sanitario con tagli e riduzioni di spesa notevoli; sappiamo però, altresì, che questi tagli hanno già pesantemente toccato l’ospedale di Manfredonia.

Per tale motivo riteniamo che l’ulteriore depotenziamento dell’ospedale di Manfredonia desti ancora maggiori preoccupazioni: l’ospedale San Camillo De Lellis ha già partecipato allo sforzo regionale di risanamento delle casse pubbliche!

 

Negli ultimi trent’anni e più siamo passati, nel territorio di Capitanata, dalla moltiplicazione dei centri di costo quali gli ospedali territoriali (Torremaggiore, San Marco in Lamis, Lucera, San Severo, Cerignola, Manfredonia, Monte Sant’Angelo, oltre ovviamente a strutture provinciali come gli Ospedali Riuniti di Foggia oggi universitario, ed il grande centro IRCCS di Casa Sollievo della Sofferenza a S. G. Rotondo) alla attuale chiusura delle varie strutture ospedaliere con l’eccezione di Cerignola, San Severo, Manfredonia (Lucera esiste ormai solo sulla carta perché in realtà è praticamente chiusa).

Anche con la riduzione del personale, a partire dalla mancata nomina dei primari (vecchia lacuna), e con il blocco del turn over, si è ottenuto il depotenziamento dei servizi sanitari offerti nei reparti dei nostri ospedali ancora aperti, rispetto a quanto si effettuava in passato, con la ovvia conseguenza di valutazioni qualitative a rischio.

Cecità politica o scientifica pianificazione?

Di fatto decapitando e depotenziando una struttura organizzata come quella di Manfredonia si darebbe senz’altro linfa al malcontento popolare a danno della “politica responsabile”.

Ma al di là di tali valutazioni e guardando ad horas, siete ben consapevoli che ogni giunta regionale ha proposto, negli anni, il proprio piano di riconversione e riqualificazione del nostro nosocomio cittadino e questa comunità si è già scontrata in passato con i freddi numeri dei rapporti sui dati delle prestazioni sanitarie. Non basta, tuttavia, la ragioneria o la matematica per comprendere l’importanza dell’ospedale di Manfredonia, ma bisogna ricordare le caratteristiche di un territorio, quale quello di Capitanata, che ha una distribuzione ampia dei comuni su una superficie provinciale molto grande e con caratteristiche geomorfologiche diverse.

Manfredonia, dal canto suo, nei periodi estivi vede addirittura moltiplicare esponenzialmente la normale utenza ospedaliera presso un San Camillo già oberato dall’imponente bacino di utenza degli abitanti delle cittadine di Manfredonia, Monte Sant Angelo Mattinata, Vieste Zapponeta, oltre che dalla grandissima presenza di extracomunitari stagionali impegnati nei comparti dell’agricoltura e del turismo.

Il San Camillo, per di più, in questi anni è stato già valutato e ampiamente “razionalizzato” tanto che una serie di reparti ed attività sono state già eliminate o declassate, dalla ginecologia ed ostetricia alla pediatria all’UTIC.

Con la mancata assegnazione di medici di ruolo si era addirittura arrivati ad un punto tale che era difficile avere chirurghi, anestesisti, medici per il pronto soccorso, ortopedici e cardiologi.

Di tutto di Più.

Ovviamente, poi, abbiamo assistito anche allo spreco e scempio dei flaconi d’oro e ad altri abominii simili.

 

Oggi, qualcuno, in nome del risparmio pubblico, intende dunque aggravare gli oltre 60mila cittadini di questa città, e le altre decine di migliaia dell’intero comprensorio, dell’onere di effettuare spostamenti chilometrici verso strutture ospedaliere molto più lontane, aumentando le difficoltà ed i costi anche per chi deve dare assistenza al proprio familiare ricoverato (il sostegno psicologico al malato è essenziale per la sua guarigione, come ben sapete).

Assisteremo, dunque, allo scientifico sovraffollamento delle strutture ospedaliere provinciali di riferimento già ora quasi al collasso, con liste di attesa “infinite” per le prenotazione di analisi ed interventi (ricordiamo, questa, come una piaga mai risolta da nessuna forza politica andata al governo negli ultimi 40 anni in Italia e specialmente al Sud).

Dovremo valutare, anche, che fine faranno tutte quelle famiglie e i loro parenti malati, oggi assistiti dalla divisione psichiatrica cittadina.

Dovremo inoltre riflettere sulla sorte del reparto di cardiologia che qui a Manfredonia, ad oggi, conta migliaia di prestazioni, tra le quali moltissime d’urgenza: una sua chiusura quanti decessi comporterà?

Per non parlare della gestione delle strutture chirurgiche costate migliaia e migliaia di euro dei contribuenti, oggi poco utilizzate anche alla luce delle regole comunitarie che ne compromettono la loro piena funzionalità al cospetto di medici capaci e dei loro aiuti precari, che andrebbero rilanciate e non chiuse.

Vanno assunti i medici e fatti funzionare bene i reparti, non chiusi gli ospedali!!!

E’ il malato al centro della questione, prima di tutto.

Insomma uno dei mestieri più difficili al mondo, quello del medico, oggi, da queste parti, è svolto nelle condizioni più critiche mai viste prima d’ora.

Adesso però è arrivato il momento di dire “basta!”

 

Le nostre associazioni ed organizzazioni, parti pulsante della comunità, tutte insieme lanciano un grido di allarme fermo, deciso e perentorio sull’argomento.

Chiediamo a tutti coloro che hanno responsabilità politiche ed amministrative, e che ci rappresentano, di non dimenticarsi del diritto alla salute dei cittadini quando sono chiamati nel programmare la “res pubblica” affinché questa non diventi “res nullius” o “res derelicta”.

La nostra comunità è attenta nel comprendere come in certi momenti, in queste vicende, giocano motivazioni che hanno a che fare anche con beghe politico elettorali o con gli scontri di segreterie politiche ai vari livelli.

Siamo perfettamente in grado di comprendere cosa sta accadendo sulla nostra pelle e vogliamo ricordare a tutte le parti in gioco che le cicatrici lasciate, il tempo non riuscirà a cancellarle.

Comprendiamo le dinamiche politiche, soprattutto quando ci viene propinato lo slogan della speding review , per cui il risparmio lo si dovrebbe fare nell’interesse di tutti, ma … appunto, non si adoperi solo lo slogan, bensì si usi la ragione.

Suona senz’altro strano qui, a Manfredonia, l’eco di questa definizione anglofona mentre il cittadino deve assistere inerme ed abbandonato, quotidianamente, ad altri sperperi: consulenze, appalti d’oro, assenteismo e dipendenti infedeli, denaro pubblico investito in strutture chiuse costate milioni di euro, ecc..

Siamo prontissimi, invece, a sostenere chi, con le giuste e corrette motivazioni, in questo momento sta dimostrando di voler difendere e tutelare la nostra salute con proposte e soluzioni accettabili per la nostra comunità, con la riqualificazioni ed il rilancio dei reparti dell’ospedale cittadino sopravvissuti hai precedenti depotenziamenti e tagli.

Saremo altrettanto fermi e decisi, nelle nostre valutazioni, verso chi, dopo le solite promesse elettorali fatte a forza di baci ed abbracci, ci ha abbandonati a noi stessi ed a regolamenti di conti tra partiti e segreterie politiche, cose per noi irrilevanti.

Ci torna in mente, a proposito, la frase che il Presidente del Consiglio spesso ripete: “Il risparmio nel comparto sanitario non lo si fa tagliando i servizi ai cittadini, ma eliminando in primis i privilegi, i super compensi e tutto ciò che mangia i soldi dei contribuenti”.

A queste parole noi abbiamo creduto e crediamo ancora.

 

Con osservanza

Il presidente del Rotary Club – Manfredonia

Il presidente del Lions Club Host – Manfredonia

Il presidente della Società Storia Patria – Manfredonia

Il Presidente della Università della Terza Età – Manfredonia

Il presidente del Centro Documentazione Storica – Manfredonia

Il presidente dell’AVIS delegazione Manfredonia

Il presidente della Ass. Arcobaleno – Manfredonia

Il presidente LUDU sez. FOGGIA

Il presidente LUDU sez. SAN SEVERO

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Redazione

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