Fede e religione

Oggi si festeggia il Santo che visse a Pulsano: San Giovanni da Matera

CON l’entrata dell’estate la” Chiesa”,e soprattutto in particolare quella di Manfredonia, con quella dell’Eremo di Pulsano e con la Cattedrale della straordinaria Matera, paese natale del santo, affiorano l’avvenuta del Santo sul Gargano su consiglio da Guglielmo da Vercelli.

Tra i santi viene festeggiato in suo ricordo il giorno del suo ultimo respiro terreno, avvenuto il 20 di giugno del 1139 in Foggia. San Giovanni Scalcione, aveva fondato la congregazione degli Eremiti Pulsanesi, detta anche degli “Scalzi”, ordine monastico autonomo che si rifaceva alla regola di San Benedetto, cosa meglio può e deve ricordare la nuova stagione delle rondini nel cielo pieno di vegetazione del nostro territorio. L’eremita Giovanni rese l’ordine ancora più severo con le sue regole. Per ricordare le sue tesi ogni anno il giorno 11 di luglio all’Eremo di Pulsano fanno una festa ,che si intitola: “In cammino con i monaci” è pensata per dare la possibilità a quanti lo desiderano di conoscere la vita spirituale ,e la storia dei monastici del Gargano.

Nel contesto di un’escursione alla splendida Abbazia di Monte Sacro di Mattinata –(Foggia) . Un giorno parlando di Giovanni, lui,e i suoi monaci eremiti girovaghi dovevano attraversare il lago di Salpi antico lago costiero della nostra area foggiana al confine con la Basilicata. Pensate un po’ le acque erano alte,i monaci seguaci erano preoccupati perché dovevano bagnarsi tutti e così fu,mentre lui, Giovanni degli Scalzi lo attraversò per ultimo senza bagnarsi per niente,solamente appena la punta dei suoi sandali,i monaci stupefatti inzuppati quasi fino alla testa proseguirono il loro cammino.

A Foggia San Giovanni degli Scalzi in quegli anni fondò un nuovo monastero nella chiesa vecchia di San Giacomo, per diffondere la comunità ,dopo esserne stato a capo per dieci anni, dopo pochi mesi pensate un po’ la nuova comunità contava la bellezza di un numero di cinquanta monaci. Quì vi morì . Fu proclamato santo da Papa Alessandro III nel 1177,la sua casa natale fu trasformata in una chiesa rupestre, chiamata: “Purgatorio Vecchio”,situata nei Sassi di Matera.

Le sue reliquie,dapprima poste sotto l’altare dell’Abbazia di Pulsano 1830,poi furono trasferite dal 1939 nella Cattedrale della stessa e cara Matera,conservate oggi in un sarcofago del luogo mistico, dove un uomo, come tanti altri, ma con una grande forza del pensiero decise di stare in mezzo al buio tra enormi vuoti di grande povertà assoluta, come di grande veduta era la sua vita.

Dalle sue spoglie ancora oggi dopo 900 anni, la sua reliquia emana un profumo fresco e odoroso – con se il suo corpo fosse ancora vivo – di una grazia speciale, con il suo segno tangibile ancora sulla terra.


Di Claudio Castriotta

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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