Musica troppo alta in auto: rischi, multe e buon senso alla guida

Musica troppo alta in auto: rischi, multe e buon senso alla guida
Siamo sinceri: chi ama la musica sa quanto sia bello guidare con la propria playlist preferita a tutto volume. Ma attenzione: oltre a infastidire chi ti circonda, la musica troppo alta in auto può diventare un vero problema legale — e anche un rischio per la sicurezza.
Perché il volume può diventare pericoloso
La musica in macchina, se troppo forte, riduce i tempi di reazione e maschera suoni fondamentali come sirene, clacson o rumori di emergenza. Inoltre, spinge spesso a una guida più disinvolta, distraendo il conducente.
Il Codice della Strada non lascia spazio a interpretazioni: vieta la produzione di rumori molesti durante la circolazione. L’articolo 350 del Regolamento di esecuzione stabilisce un limite massimo di 60 dB(A), misurato a 10 cm dall’orecchio del guidatore con veicolo chiuso.
Ma attenzione: anche restando sotto i 60 decibel, si può comunque essere sanzionati se il volume compromette la concentrazione o la capacità di percepire segnali esterni.
Quando scatta la multa
Le sanzioni scattano quando gli agenti accertano che:
- il suono supera i limiti tecnici;
- oppure il volume, pur nei limiti, rende pericolosa la guida o impedisce di sentire sirene e segnali acustici.
In questi casi si parla di violazione del Codice della Strada, con multe che variano in base alla gravità e al contesto. Non è una “multa folkloristica”, ma una misura legata alla sicurezza attiva del conducente e degli altri.
Cuffie, auricolari e vivavoce: cosa è consentito
Altro tema spesso frainteso: le cuffie e i dispositivi audio personali.
L’articolo 173 del Codice della Strada è chiaro:
- vietato usare cuffie che coprono entrambe le orecchie o tolgono mani dal volante;
- consentito l’uso di vivavoce o di un auricolare singolo, purché si mantenga piena capacità uditiva.
Le sanzioni sono pesanti: da 250 a 1.000 euro, con decurtazione di 5 punti e sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi già alla prima violazione.
Quando entra in gioco il Codice Penale
Se il volume è talmente alto da disturbare la quiete pubblica, può scattare anche l’articolo 659 del Codice Penale — “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone”.
È un reato vero e proprio, che non richiede per forza una misurazione fonometrica: bastano testimonianze, rilievi e orario per dimostrare la diffusività del rumore.
In pratica: se in piena notte la tua musica rimbomba in tutto il quartiere, rischi una denuncia penale, anche se i decibel in abitacolo sono “in regola”.
Come avvengono i controlli
Gli agenti possono agire in due modi:
- Misurazione tecnica del suono (art. 350 del Regolamento);
- Valutazione funzionale, cioè verificare se la musica impedisce di sentire sirene o clacson.
In caso di disturbo della quiete pubblica, basta la constatazione diretta o la segnalazione dei residenti per avviare un procedimento.
Orari e aree “sensibili”
Anche il contesto conta.
Nelle ore notturne, vicino a ospedali, scuole o zone residenziali, un volume che di giorno potrebbe passare inosservato può diventare illecito.
Le ordinanze comunali e la legge sull’inquinamento acustico fissano limiti precisi, che si aggiungono a quelli del Codice della Strada.
In sintesi: il principio è la prudenza
Le regole non impongono un silenzio assoluto, ma chiedono di mantenere sempre il controllo e la percezione dei suoni esterni.
Il riferimento dei 60 dB(A) serve a ricordare che il volume ideale è quello di una conversazione normale: abbastanza da godersi la musica, ma non tanto da perdere contatto con ciò che succede fuori.
In altre parole: meglio abbassare un po’ il volume, che alzare troppo il rischio.
Antimo DJ
La musica è libertà, ma in strada dev’essere anche sicurezza.