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Matano oggi sposa il suo Riccardo. “I recinti sono l’antitesi della libertà”

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Alberto Matano, prima al Tg1 e poi nel quotidiano del programma “La vita in diretta”, ogni giorno entra nelle case degli italiani. Volto conosciuto, familiare, amichevole. Il giornalista calabrese, riservato sulla sua vita privata, qualche mese fa ha rotto la sua riservatezza e ha raccontato del suo amore. Oggi Matano si sposerà con il suo Riccardo. A suggellare questa storia d’amore ci sarà la loro amica Mara Venier. 

“Sono quindici anni che stiamo insieme”, ha dichiarato questa mattina a Walter Veltroni per il Corriere della Sera. “Durante una cena, un paio di mesi fa, Mara, la nostra amica del cuore che oggi celebrerà, ha detto che sarebbe stato bello che noi ci sposassimo. Riccardo ha subito detto di sì. Era euforico. Io anche ero contento. Poi, nel fine settimana, sono entrato in crisi. Ho pensato a tutto quello che ci circondava, alla dimensione esterna di qualcosa che ci riguardava così privatamente”. 

Il coming out di Matano risale alla decisione del Senato di affossare il ddl Zan. In quella occasione, in diretta, Matano aveva parlato esplicitamente di omofobia. Disse in quella puntata storica: “è successo anche a me quando ero adolescente, l’ho provato sulla mia pelle”. “Mi sembrava che l’Italia stesse diventando chiusa come la mia stanza di Catanzaro”, continua Matano. “Al termine del servizio sulle aggressioni omofobe ho chiesto alla regia di inquadrarmi e ho pronunciato, stavolta con rabbia, quelle parole. Niente di eroico, sia chiaro. Ma sentivo il dovere civile di farlo. Ed è stato utile”.

Per l’ex mezzo busto del Tg1, ora egregiamente alla guida del contenitore pomeridiano di Rai1, l’amore non deve avere etichette e anche questo suo matrimonio è solamente un gesto d’amore, senza nessuna particolare specifica. “Per me, in ogni campo, i recinti sono l’antitesi della libertà. Ho capito. Negli anni che le persone hanno bisogno, per rassicurare sé stesse, di dare te o anche di assegnare a sé stessi una categoria, una casella, un’appartenenza sessuale, politica, anche sul lavoro. Tutto questo rassicura, ma è fragile”: 

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