Manfredonia, vent’anni fa la partita del cuore per Sara

Manfredonia, vent’anni fa la partita del cuore per Sara
Sbirciando in un mio vecchio archivio fotografico, ho fatto un tuffo nel tempo e nelle emozioni, ricordando un caldo luglio di ben vent’anni fa, quando questa nostra complicata ma meravigliosa città riuscì a stringersi amorevolmente attorno ad una famiglia in difficoltà.
Era il 2004, quando, come giornalista, venni a conoscenza della drammatica situazione della piccola Sara Renzulli, una bambina di soli quattro anni affetta da un grave problema di salute. La famiglia era in difficoltà a causa dei costosi viaggi per le cure necessarie, e i Servizi Sociali non potevano fornire l’aiuto richiesto.




Toccata dalla vicenda, scrissi una mail alla Nazionale Calcio TV chiedendo la possibilità di organizzare una partita di solidarietà a Manfredonia per raccogliere fondi. Vittorio Fagioli, direttore della NCT, rispose immediatamente, offrendo il suo supporto per realizzare questa impresa solidale.
Ricordo ancora l’emozione e lo sforzo per organizzare l’evento. Con l’aiuto di tanti volontari, in poche settimane riuscimmo a mettere in piedi la partita allo stadio “Miramare”. Il tramonto fece da sfondo ad oltre 4.000 spettatori (all’epoca non c’era ancora la tribuna ospiti) e l’incasso superò i 20mila euro. Manfredonia rispose con un entusiasmo straordinario, forse rimasto unico di questo genere, e l’intera comunità sipontina si unì per far vivere alla piccola Sara un giorno speciale.




Per la “Rappresentativa Città di Manfredonia”, scelsi rappresentanti delle varie categorie della nostra città: impiegati, pescatori, liberi professionisti, commercianti, avvocati, vigili, medici e altri ancora. Per la Nazionale Calcio TV, scesero in campo personaggi del mondo dello spettacolo come Paolo Belli, Mauro Di Francesco, Fabio e Mingo, il Gabibbo, Giulio Golia, Marco Bellavia, Max Laudadio e, a sorpresa, Katia e Ascanio appena usciti dalla casa del Grande Fratello 4.
L’emozione raggiunse il culmine quando Sara, accompagnata da Katia, diede il calcio d’inizio. La standing ovation da parte di tutto lo stadio per la piccola Sara, durata dieci minuti, fu un momento denso di commozione.
Ottanta bambini, compagni d’asilo di Sara, formarono un cuore in campo e cantarono “We are the world”, un inno all’amore e alla pace. La partita in quel momento divenne secondaria: il vero significato di quella serata era l’unione contro la malattia e il sostegno di una comunità intera.
Purtroppo, Sara ci lasciò un anno dopo. La notizia mi sconvolse, ma ricordo che la mia cara amica e collega Anna Castigliego mi disse che dovevamo ricordare di aver fatto vivere a Sara quel giorno di festa, riuscendo a farla sentire almeno per una sera una bimba spensierata. Anna scrisse un articolo per la Gazzetta, raccontando con delicatezza ogni dettaglio di quell’evento.
Di quel giorno ho ritrovato alcune foto amatoriali, di un’epoca vicina eppure ormai così lontana, in cui non c’erano ancora i social ad immortalare ogni istante delle nostre vite.
Le immagini raccontano una storia di speranza e amore, di una comunità spesso in conflitto, che però sa quando è il momento di essere unita per una causa nobile. Sono trascorsi vent’anni, ma il ricordo di quella giornata rimane vivido e commovente. Quella partita di solidarietà non solo aiutò in quel momento una famiglia in difficoltà, ma ha anche dimostrato la forza e la generosità della nostra comunità.
E a quel piccolo angelo, che porto sempre nel cuore, va il mio saluto commosso.
Maria Teresa Valente