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Legge di Stabilità, briciole al Sud. La rabbia di Riccardi

Si è svolta lunedì 19 ottobre 2015, presso la Sala consiliare del Comune di Foggia, la prima delle assemblee provinciali che precederanno il Congresso regionale ANCI Puglia. L’argomento principale, manco a dirlo, è stato quello della Legge di stabilità 2016, analizzata dai sindaci dei Comuni pugliesi e dai componenti del Consiglio regionale ANCI Puglia.

I primi cittadini si chiedono se, in base ai contenuti della legge, i Comuni potranno uscire finalmente dall’impasse che dura da troppi anni e se potranno tornare a spendere in servizi, opere pubbliche e altre iniziative per la comunità. Teoricamente sì, ma nella pratica i Comuni si ritroveranno con meno entrate e con un solo strumento (la tassa unica) sui cui agire.

“Se agli enti locali – commenta il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, presente ieri all’assemblea provinciale ANCI – si chiedono tagli dolorosi, come il pareggio di bilancio entro il 2015, mentre, invece, il Governo ha spostato il suo al 2017, il rischio per i cittadini è l’innalzamento delle tasse locali. E lo ha ammesso lo stesso ministro Padoan!” E’ già accaduto, infatti, fra il 2010 e il 2014, quando una serie di tagli lineari ha portato all’aumento del 30% delle addizionali Irpef. Più ovviamente le aliquote Tasi e Imu.

“La nuova, ennesima, sforbiciata ai Comuni – prosegue Riccardi – rischia di comportare aumenti delle tariffe sui servizi. Che siano scuole d’infanzia, mense scolastiche, scuolabus, o che sia il sostegno all’acquisto dei libri di testo, l’assistenza domiciliare agli anziani, non cambia nulla: dovremmo abituarci a pagarli più cari”.

Il Governo ha stabilito un taglio alla spesa pubblica di 16,6 miliardi di euro, la cui metà (8,1 miliardi) ha colpito ancora una volta gli enti locali e ciò nonostante questi rappresentino meno del 30% della spesa pubblica totale. “I Comuni si sono visti tagliare altri 3,7 miliardi di euro, un nuovo salasso – dice il sindaco di Manfredonia – che si aggiunge alla lunga serie degli ultimi anni che ha messo in ginocchio tutte le Amministrazioni comunali, senza distinzioni di sorta. Ritengo, perciò, che l’unica via di uscita sia rompere le gabbie dei vincoli di bilancio. Se non fosse così i sindaci e i consigli comunali diventeranno solo i liquidatori degli enti locali e gli esattori dei cittadini”.

Forte il dissenso di Riccardi sulle tanto annunciate misure ad hoc per il Mezzogiorno, in particolar modo dopo che anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto: “I segnali di ripresa e le migliorate prospettive di crescita per il nostro Paese devono coinvolgere il Sud del Paese. E’ urgente colmare le distanze, vincere le differenze, evitare fratture insanabili”.

“E chi le ha viste queste misure nella Legge di stabilità? Dov’è l’impegno del Governo – conclude Angelo Riccardi – a sostegno del Mezzogiorno? Ho la sensazione che chi di dovere non abbia letto, o non l’abbia fatto con la dovuta attenzione, il Rapporto Svimez 2015. Se qualcuno lo avesse fatto, saprebbe come la nostra terra si trovi, ormai, in una condizione di sottosviluppo duraturo e permanente, con migliaia di famiglie che vivono in situazioni di indigenza e, dato che dovrebbe allarmare maggiormente, altre migliaia che si apprestano a varcare la soglia della povertà”.

C’è una ‘questione meridionale’ che persiste e si rinnova nel nostro Paese, anche attraverso il netto calo delle nascite. Sciocco ignorarla, superficiale pensare di risolverla in un battibaleno, ma pare che a Roma si sia persa ancora una buona occasione per prenderla di petto, una volta tanto.

Matteo Fidanza
Ufficio Stampa – Città di Manfredonia

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