Le mie parole per te leggere

Le Mie Parole Per Te Leggere, Manfredonia, 03/01/2022
Vorrei che le mie parole per te
fossero latte,
unguento e balsamo sulle strade ferite,
bagnata la terra frescadi rucola e lumache,
musica… ballate di un’eterna primavera,
i monti sul mare di quel l’aria mia,
e coste lunghe assai di sabbia al mare.
Adagiata su terra che nutre,
d’alberi e terreni verdi d’olive…
Terra oh terra, nel nome tuo la maternità,
l’essere e l’averti,
ti respiro e mi commuovo, oh madre.
E se ti stupro, se trafiggo l’humus tuo,
se agisco male e mi permetto,
E’ mia madre che colpisco edi riflesso
sto ammalando me,
“Vita che muori per l’incoscienza umana, terra muori tu… oh povera!”
Amata, sei bocciolo di rosa e brezza leggera,
fresca brina, sei alba vestita di rugiada.
Mi doni e mi respiri,
la mia infanzia è uno spazio dentro te,
e immagino :nostalgia mi prende e mi dona
l’eco alle cabine, i cinema all’aperto,
e i miei ricordi che all’imbrunire diventano
commedie, scene e tragedie e ballate d’ascoltare.
un teatro hai apprestato per me,
le sue spalle al porto,
siamo entrambe dentro il mare.
Siamo amebe e protozoi, noi siamo diomedee.
Antiche mura intorno a noi,
mare nostro che t’affacci sul limite del cuore,
Si, io t’amo nonostante il danno,
desiderio di tornare ai cento alabardieri,
ai dodici cavalieriintorno ad una tavola,
smussata da Giuseppe, preziosa tonda finemente lavorata…
Terra d’ ulivi e pesca , reti fatte a mano,
tu allaccied innamoriche non lo scordipiù…
Lo spazio tuo respiri,
lenta e pacata,tu decliniverso il mare.
Dal monte sacro all’onda che lontano appare ,
di santi e di madonnevicino a un focolare,
fiamme d’amori intorno ad un falò,
sabbia dentro i sandali e baci da celare.
Che profumosulla pelle,
un’ aroma che tengo , aroma a cui tengo!,
non trovo mai fragranze che vochino il tuo odore,
alloraiovaga coscienza,vado
sul molo di ponente a scrutare l’orizzonte,
conto le vele che punteggiano sul cielo,
il confine lontano del mare.
Immagino infine di salire alle tue torri,
làdirimpetto al mareil tuo svevo nome,
il tuo castello e il ponte levatoio,
il talamo nuziale del principe più bello
e se in silenzio stai sul molo di Levante
sospiri d’amore senti ancora…
oh bionda tu, mia amata terra,
del principe portavi l’ eleganza
e i tetti , le terrazze, le forme arabescate…
t’è rimasto solo il nome, messo sotto i piedi
di luridi passi osati dentro i miei pensieri.
Mi chiedocosa resti oggi di Manfredi,
il re gentile e bello, il suo castello svevo,
il fiato suo dove si trovi,
quale lieve zefiro sul mare, quali tetti guardare.
Addio formevive nei ricordi miei,
lido di artisti, cuochi ed alchimisti,
artigiani e scrittori,
canzoni sullebarche,vascelli all’orizzonte,
un catafalco con le spalle rivolte al mare.
Resta il ricordo del dipinto di madonnasulla spiaggia,
e le stelee le porte e i torrioni,
vedo nella mente sentinelle lontane.
Anch’io scruterei il mare,passeggerei al corso
se solo potessi ritrovare le forme delle torri
al posto degli scempi invisiall’anima tua, alle tue radici,
voi genti nuove come rami,
noi altri, tronco e radici.
Destino era il mio d’allontanarmi,
rimpiangere il tuo centro,
l’abitare mio lontano dai cammini antichi
e non so come e non so quando,
– se mai verrà il giorno –
di rivederti bella e poter dire lieta
“oh terrachi t’ha avuta e amata,
per sempre nell’anima e nel sangue suo t’avrà”
Orietta Scircoli