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La fine di una favola sfuma il sogno degli operai della ex Dopla di Manfredonia

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La fine di una favola sfuma il sogno degli operai della ex Dopla di Manfredonia

Quella che sembrava una storia di riscatto e rinascita si è chiusa, ancora una volta, con un amaro sapore di sconfitta. Lo stabilimento della ex Dopla di Manfredonia, simbolo di una lotta operaia esemplare e di un coraggioso progetto di riconversione sostenibile, è stato aggiudicato all’asta a un imprenditore sconosciuto per la somma di 2.160.000 euro.

All’asta hanno partecipato tre contendenti, ma è stato un finale a due quello che ha tenuto col fiato sospeso la comunità: da un lato, la cooperativa Coopla Green, fondata da 31 ex lavoratori, che si è fermata a 1.710.000 euro; dall’altro, un imprenditore privato che ha rilanciato fino alla cifra vincente. Una gara all’ultimo rilancio, una battaglia simbolica tra chi aveva il sogno di riaccendere un motore produttivo sostenibile e chi resta, ad oggi, senza volto e senza progetto dichiarato.

L’offerta della Coopla Green era frutto di mesi di lavoro, raccolta fondi, anticipo della disoccupazione, mutui, crowdfunding e il sostegno di Legacoop Puglia. Un progetto trasparente, radicato nel territorio, orientato verso la produzione di stoviglie in bioplastica, in linea con le normative europee e la transizione ecologica. Ma non è bastato.

Alla fine, ha vinto il silenzio. Non è dato sapere chi sia l’imprenditore aggiudicatario dello stabilimento, né quali siano le reali intenzioni rispetto al sito produttivo. E questo alimenta dubbi, timori, sospetti. Si teme l’ennesima speculazione immobiliare, l’ennesima opportunità mancata per Manfredonia, terra che ha già conosciuto troppo spesso la delusione industriale.

La vicenda Dopla aveva acceso una luce: una comunità che si riappropriava del proprio lavoro, del proprio futuro, dei propri sogni. Un modello di economia dal basso che guardava all’ambiente, all’occupazione, alla dignità.

Oggi quella luce si è spenta. Non per mancanza di idee. Non per assenza di coraggio. Ma perché, ancora una volta, le logiche del mercato hanno avuto la meglio sulla speranza e sulla coerenza.

Ci si augura – e si chiede, legittimamente – che l’imprenditore vincitore dell’asta esca allo scoperto, presenti il proprio progetto e dichiari chiaramente le intenzioni per il futuro dello stabilimento. Il silenzio alimenta incertezza e preoccupazione.

È tempo che le istituzioni locali e regionali dichiarino pubblicamente e con forza che non c’è più spazio per la speculazione, ma solo per progetti trasparenti, sostenibili e utili alla collettività. E che il punto di partenza di qualunque percorso di rilancio non possa che essere il coraggio, la visione e la competenza dei lavoratori che, in questi mesi, hanno dimostrato di voler credere ancora in Manfredonia.

Angelo Riccardi Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Puglia dal 14 novembre 2011 nell’elenco dei Pubblicisti n. 145000.

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