Lavoro

La denuncia dei “Lavoratori Fragili & Inidonei” alla Commissione Europea

Noi Lavoratori fragili & inidonei (oncologici, trapiantati, immunodepressi, genitori con figli disabili gravi, etc… etc…) negli ultimi due anni abbiamo “elemosinato” dallo Stato Italiano le tutele sanitarie e lavorative, previste quali norme transitorie per i lavoratori fragili legate al periodo pandemico. Tali tutele molto spesso non sono arrivate nei tempi consoni, bensì emanate con discontinuità, creando dei pericolosi periodi di vuoto normativo, come quello creatosi dal 1° aprile scorso per i lavoratori di cui al comma 2 articolo 26 DL “Cura Italia” e, dal 1° luglio scorso, per tutti i restanti  lavoratori ipervulnerabili.

Siamo stanchi di non essere “visti”, siamo stanchi di chiedere aiuto, a tal punto quasi da umiliarci, e stanchi  della mancata applicazione da parte dello Stato di una Direttiva Europea emanata già dall’anno 2000, che riguarda nello specifico i lavoratori con disabilità.

Ebbene sì, basti pensare che lo stesso lavoro agile, tanto auspicato, raccomandato ed applicato durante il periodo pandemico a tutela anche dei lavoratori sani, e persino osteggiato da qualche Ministero nei confronti dei lavoratori fragili e caregiver, è stato fatto passare per tutela ” transitoria” a “beneficio” dei lavoratori fragili – e nemmeno con la dovuta continuità, che l’eccezionale periodo di pandemia richiedeva -,  quando invece non si tratta affatto di una tutela tipo “gentile concessione” in favore dei lavoratori fragili, dal momento che il lavoro agile viene riconosciuto, a giusta ragione, quale strumento di “accomodamento ragionevole” e come tale, come diritto sancito dalla Comunità Europea, andava e va applicato, senza se e senza ma, senza alcun ostativo vincolo di bilancio.

Esiste, infatti, da anni una Direttiva Europea (in particolare la Direttiva 2000/78/CE) che prevede per i lavoratori con disabilità il diritto ai cosiddetti “accomodamenti ragionevoli”, finalizzati ad adattare i luoghi, i tempi e le modalità di lavoro alle specifiche esigenze ed abilità residue dei lavoratori disabili, in nome del principio di non discriminazione degli stessi. 

Purtroppo, i nostri datori di lavoro, pubblici, privati ed autonomi, ne ignorano l’esistenza o, qualora ne siano a conoscenza, non li applicano, malgrado siano previsti dall’anno 2000, perché lo Stato Italiano ha disatteso l’applicazione della suddetta Direttiva Europea, precludendo di fatto ai lavoratori in condizione di svantaggio di poter usufruire all’atto pratico di tali accomodamenti ragionevoli. Per tali motivi, di fronte ad uno Stato sordo alle nostre ripetute richieste di tutele non solo transitorie ma che siano strutturali, vadano, cioè, oltre il periodo contingente della pandemia, richieste reiterate e sollecitate anche attraverso atti in Parlamento, “sordo” persino alla condanna a riguardo da parte della Corte di Giustizia Europea, dove lo Stato Italiano qualche anno fa, ha recepito la direttiva Europea ma non l’ha resa applicabile, per questo siamo dovuti ricorrere alla Commissione Europea, presso la quale abbiamo depositato una formale denuncia, affinché lo Stato Italiano rispetti le normative europee vigenti, in tema di tutela dei lavoratori con disabilità.

Auspichiamo che finalmente, per il tramite, stavolta, della Comunità Europea, i nostri diritti inizino ad essere rispettati in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.

Dorotea de Candia

Raffaella Sfregola 

Amministratrici del Gruppo Fb

“Lavoratori fragili &  Inidonei”

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Comunicato Stampa

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