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L’infanticidio di Voghera. Il nonno di Luca: “Mia figlia da due mesi non era più lei”

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Sull’infanticidio avvenuto ieri a Voghera emergono nuovi dettagli. Elisa Roveda, quarantaquattro anni, ha strangolato suo figlio Luca di appena un anno ieri mattina (nella sua abitazione) poco dopo le nove di mattina. La donna, come alcuni quotidiani avevano ipotizzato, soffriva di depressione post-partum. A scoprire il tragico omicidio, ieri, è stata la nonna del piccolo Luca che, appena arrivata in casa, ha allertato i sanitari e i carabinieri. 

La condizione di Elisa era conosciuta in famiglia, infatti tutti si mostravano disponibili per non lasciare mai sola Elisa con il piccolo Luca. Ieri, però, fra l’uscita del marito per andare al lavoro e l’arrivo della nonna, Elisa ha ucciso suo figlio. La regola in famiglia era che “uno di noi doveva stare sempre con Elisa. Sempre”, ma ieri il tempo ha giocato a sfavore del piccolo Luca. 

Marco Roveda, il papà di Elisa e il nonno di Luca, ieri ha dichiarato sgomento alcune cose al Tg3. “Mai si poteva immaginare che potesse fare del male a suo figlio. Ma nonostante questo non la lasciavamo mai da sola. Io sarei venuto subito, se mi avessero avvisato. Invece l’ho saputo dalla tv: parlavano di una donna di 44 anni, ho subito immaginato che potesse essere lei. Ho chiamato mio genero, non rispondeva. Da un mese e mezzo non era più lei, a volte sembrava come se mia figlia sentisse il peso dell’essere madre. Aveva paura di stare a casa da sola, non guidava l’auto. Era in cura. Non doveva restare sola. Sarei andato io a casa sua. Non ci sentivamo mai ma da mia figlia, a trovare mio nipote, andavo spesso. Mia figlia era in una fase di depressione molto pesante, legata a un forte esaurimento. C’erano segnali? Non che potesse succedere una tragedia simile”. 

Anche il papà di Luca, Maurizio, non si dà pace e pensa al tormento di quell’ora in cui è successo tutto. Aveva lasciato moglie e figlio nel letto, ancora avvolti nel sonno. Poco dopo la sua uscita di casa sarebbe arrivata la mamma di Elisa, ma il tempo – questa volta – ha giocato a sfavore. 

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