Storia

Il treno del Sud dei nostri emigranti

Manfredonia – FU l’ultimo patrimonio la “Piccola Stazioncina in cittá – unica in Italia … insieme Lucera. Il suo arrivo dopo ina piccola curva che dava proprio al binario tronco morto in faccia ad un palazzo a pochi metri dalla strada .

Io piccolo bimbo curioso e sempre in stazione – a guardare i treni arrivare per guardare i nostri emigrati dal Nord – tipo Torino e Milano  e dall’estero per le vacanze di Natale – tra quel calore delle rotaie infuocate.

Ricordo il mio gioco più prezioso, era quello di quando compravo dei chiodini nuovi colore argentati , li stendevo sui binari ,così quando arrivava il trenino li faceva a forma di coltellini. 

Ed io contento … con i miei 6 anni ero incoscente – Quella “Piazza Marconi” Quella stazione era miracolosa e storica, e non andava sradicata … perché era un simbolo della cittadina manfredoniana … che quando il trenino  entrava di sera ,in paese con le sue luci accese , e il suo trum, trum, trum, era uno spasso – e ti indicava l’ora…la mia città – non l’ho mai capita – ma tornando agli emigrati sipontini – quando li guardavo ,scendere dal treno – mi emozionavo con i loro abbracci e pianti…che tempo pieno di sentimento e di fatica davvero dura.Il treno della commozione degli emigranti.

di Claudio Castriotta 

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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