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I figli di Berlinguer contro l’Unità: “Papà non è un brand, lasciatelo in pace”

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Anche i figli di Berlinguer non ci stanno. L’uscita della nuova edizione de l’Unità, lo storico giornale fondato da Antonio Gramsci, ha portato con sé molte polemiche. Il nuovo quotidiano, molto differente dalla linea editoriale tradizionale, è stato acquistato dall’editore Romeo (già editore del quotidiano Il Garantista) e diretto dal giornalista Piero Sansonetti.

Ieri, sulle pagine di Repubblica, si è consumato uno scontro proprio sull’immagine della nuova Unità. A scrivere una lettera polemica contro alcune scelte della nuova redazione sono stati i figli di Enrico Berlinguer, storico segretario del Partito Comunista Italiano. Bianca, Maria, Marco e Laura Berlinguer hanno scritto una lettera per difendere l’immagine di loro padre – accostato con una foto storica al nuovo giornale nel lancio pubblicitario – e per ribadire che “quello che torna oggi nelle edicole è un quotidiano internamente nuovo, che dell’antico e glorioso giornale conserva solo il nome”. 

“Certo la memoria storica appartiene a tutti e per noi è motivo di gioia sapere che la vita e l’attività di nostro padre vengano sentite e vissute da quanti gli vogliono ancora bene, ciascuno secondo la propria soggettività, ma altra cosa è trasformare il suo ricordo in un brand pubblicitario. Per favore, lasciatelo in pace”, scrivono i figli. 

Ai Berlinguer non è andata giù che sia stata ripresa una foto di loro padre per promuovere la nuova uscita del giornale. Quella foto è datata 1984 e ritraggono un Berlinguer sorridente, circondato da una folla grandissima che animava il corteo contro i tagli alla scala mobile del governo Craxi. Come spiegarsi, allora, sotto il profilo giornalistico, politico, culturale e anche morale la volontà di affermare a tutti i costi una continuità tra il giornale fondato da Antonio Gramsci e quello oggi in edicola? E come spiegarsi che venga utilizzata una foto così significativamente legata al suo tempo e così, di quel tempo, potente espressione per pubblicizzare un prodotto inevitabilmente tutto diverso?”, la domanda dei figli.

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