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Gradinata Est Manfredonia: “Adesso parliamo noi”

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Gradinata Est Manfredonia: “Adesso parliamo noi”

< ADESSO PARLIAMO NOI >

A pochi giorni dalla delicata trasferta di Fasano, sentiamo il dovere di esternare tutto il nostro disappunto riguardo all’attuale gestione societaria del Manfredonia Calcio 1932.

Circa due settimane fa abbiamo richiesto un incontro con la proprietà e la dirigenza, per ricevere chiarimenti in merito ad alcuni aspetti che stanno a cuore tanto a noi della tifoseria organizzata quanto a tutti i supporters sipontini. Ci viene comunicato di poter essere ricevuti nella mattinata di sabato 4 gennaio, prima dell’inizio della seduta di rifinitura della squadra.

Dopo esserci presentati puntualmente, ed un’attesa di oltre un’ora, ci viene detto dai suoi collaboratori che il “patron Gianni Rotice” avrebbe solo cinque minuti di tempo da dedicarci, a causa di “presunti” impegni lavorativi.

Ritenuto che il tempo a disposizione offertoci fosse troppo risicato per discutere in maniera costruttiva di importanti questioni, e valutando poco rispettoso l’approccio della società nei nostri confronti, abbiamo preferito rifiutare la proposta e abbandonare il luogo dell’incontro.

Vorremmo evidenziare al “patron”, che i referenti del gruppo organizzato presenti quel giorno hanno sottratto tempo ai propri affetti ed al proprio lavoro, rinunciando anche ad impegni personali, solo ed esclusivamente per amore del Manfredonia Calcio.

Pertanto l’unica soluzione rimasta è affidare a questo comunicato pubblico sia il nostro pensiero che i dubbi che nutriamo. Nessuno ci accusi di nasconderci “dietro ad una tastiera”, perché l’intera città conosce il nostro modo di agire.

In più occasioni ci è stato ribadito come “mantenere la categoria” fosse l’obiettivo primario.

In merito a ciò non abbiamo nulla da sindacare, sapendo bene che il patron Gianni Rotice ed i suoi soci, già da qualche anno, stanno sostenendo degli sforzi economici non indifferenti per la gestione della squadra di calcio.

Quest’anno alcune scelte di natura tecnica non si sono rivelate azzeccate, ma questi sono imprevisti tipici del mondo del calcio, a cui si è cercato di porre subito rimedio per poter arrivare al momento attuale.

Noi contestiamo apertamente il modo in cui vengono affrontate alcune situazioni e ci sentiamo in diritto di mettere bocca su argomenti che in un contesto “normale” non dovrebbero riguardarci, ma per causa di forza maggiore, e soprattutto per amore della nostra maglia, ci tocca affrontare.

Allo stato attuale il Manfredonia Calcio 1932 non presenta nel proprio organigramma un direttore sportivo, di conseguenza il mercato di riparazione è stato caratterizzato da numerose uscite e pochi innesti.

Figlia di questa anomala situazione, appare anche la palese difficoltà nell’acquisire le prestazioni di un centravanti vero e proprio, che possa garantire una migliore fase realizzativa in area di rigore; ad oggi in rosa sono presenti numerose mezze punte che non sempre riescono a finalizzare la manovra offensiva.

Come si può affrontare il calciomercato senza la presenza di un direttore sportivo?

Un’altra nota dolente è la mancanza, in questa parte così delicata della stagione, del preparatore atletico, figura professionale e stimata, la cui ultima presenza agli allenamenti risale al 27 dicembre. Che fine ha fatto il preparatore atletico?! Si cela qualcosa di “strano” dietro questa sua assenza?!

Come può una squadra aspirare alla salvezza senza un preparatore atletico? Chi avvalla queste scelte sciagurate? Nonostante queste “mancanze”, la piazza di Manfredonia ha sempre risposto presente, sostenendo la maglia e provando a “far finta di niente”, nella speranza che questa superficialità gestionale terminasse.

In questo arco di tempo i nostri calciatori stanno lottando, sicuramente con la consapevolezza di avere alcuni limiti, pertanto a loro va tutto il nostro rispetto e con queste righe non intendiamo scoraggiare nessuno.

Siamo la parte più calda della tifoseria, quelli sempre presenti tra le mura amiche ed in trasferta, quelli che vogliono vederci chiaro e che hanno anche offerto la propria “collaborazione” alla società, per iniziative utili a far avvicinare il maggior numero di tifosi al nostro amato Donia.

Spesso, putroppo, siamo costretti a rimanere nell’ombra perché i dubbi che attanagliano le nostre menti sono troppi.

Come mai non si è mai pensato di proporre dei “mini abbonamenti” a prezzi vantaggiosi che incentivassero le presenze allo stadio?

Perché alle nostre numerose richieste di diminuire il costo dei tagliandi, ci è stato risposto che bisognava ottemperare ad alcune condizioni contrattuali con la società che gestisce la vendita dei biglietti, ma nella gara contro la Virtus Francavilla il prezzo dei tagliandi è “magicamente” stato abbassato? Ci avete forse presi in giro?

All’inizio della stagione avevamo chiesto programmazione, competenza e trasparenza nella gestione della società. Come mai non è stato ancora reso noto da chi sono occupati alcuni ruoli nell’organigramma societario? Perchè una singola persona si trova a svolgere più mansioni?

Un altro lato oscuro riguarda la totale assenza del merchandising e di iniziative che valorizzino il brand Manfredonia Calcio 1932.

Rimarchiamo, inoltre, l’importanza del calcio come mezzo per favorire l’integrazione, la socializzazione ed il rispetto reciproco. A tal proposito ci auspicavamo l’attuazione di progetti nelle scuole che coinvolgessero i più giovani.

Per concludere ribadiamo ancora una volta quanto segue. Chiediamo che il Manfredonia Calcio 1932, patrimonio di un’intera città, sia gestito in modo competente e professionale, con organizzazione e passione. La nostra storia calcistica e la nostra piazza meritano rispetto. Siamo stanchi di un approccio superficiale e “da provinciali”.

GRADINATA EST MANFREDONIA

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