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Giuseppe Sciarra: “Ho denunciato il bullismo a Rodi Garganico perché era un problema reale”

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Giuseppe Sciarra: “Ho denunciato il bullismo a Rodi Garganico perché era un problema reale.”

Giuseppe Sciarra a 41 anni chiarisce la sua posizione in merito alla vicenda raccontata qualche anno fa con Ikos, il documentario presente su Prime Video nella seconda stagione di The Ticket Show in cui ha raccontato gravi episodi di bullismo avvenuti negli anni 90 a Rodi Garganico, in provincia di Foggia. 

Una vicenda drammatica in cui Sciarra ha messo in luce i soprusi durati l’arco di sette anni tra minacce e percosse.

Ma a dire del filmmaker ciò che ha raccontato nel documentario è solo la punta dell’iceberg di quello che è successo e sono tante le cose che ci sarebbero da dire. 

“Non sono stato l’unica vittima di bullismo in quel periodo. Ho assistito a episodi di altre persone che venivano vezzeggiate e sfottute pesantemente. Gente che oggi o fa finta di nulla perché nella propria visione delle cose si è rifatta una reputazione o ha preferito rimuovere quanto accaduto perché gli fa troppo male.

A Rodi non c’era un bel clima, tra delinquenza e droga, il disagio sociale era più che evidente. Ho denunciato il bullismo a Rodi Garganico perché era un problema reale.

Adesso non so quale sia la situazione attuale nel paese perché me ne sono distaccato completamente. Non ci vado da anni. Spero che oggi si ponga più attenzione a queste problematiche e che nelle scuole di Rodi si faccia prevenzione per contrastare il bullismo.

Il futuro è dei ragazzi e il loro malessere deve essere intercettato, compreso. Si diventa bulli perché spesso si viene a propria volta bullizzati nelle famiglie.

Non solo la scuola ma anche le istituzioni hanno un ruolo fondamentale nel far fronte a un disagio che se non viene preso in tempo può sfociare in conseguenze serie da cui non si può tornare più indietro.

Ecco perché si deve assolutamente essere vigili e gli adulti devono cooperare tra loro per proteggere i ragazzi e le ragazze da questa spirale di violenza”. 

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