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Garganodascoprire: “Strani riti magici nella valle di Stignano”

Casa di Cura San Michele

Garganodascoprire: “Strani riti magici nella valle di Stignano”

STRANI RITI MAGICI NELLA VALLE DI STIGNANO.

Quella che state per leggere è una storia degna della penna di Umberto Eco e Dan Brown.

Sì, perché essa è pregna di misteri ed enigmi che, come in una oscura matrioska, man mano che si indaga, ne svelano sempre di nuovi e più intricati.

Partiamo dal 2007, quando il compianto Gabriele Tardio scoprì alcune strane strutture in muratura a secco, in vicinanza dell’eremo della Trinità, nei pressi di Stignano, nel territorio tra San Nicandro Garganico e San Marco in Lamis. Leggiamo le sue parole: “Realizzando una ricerca sugli eremi del Gargano occidentale, mentre stavo ultimando le indagini sull’eremo della Trinità vicino Stignano, ho notato che c’erano delle situazioni strane, che avevano una disposizione diversa rispetto ad altre località del territorio sammarchese: mucchi di pietre, muri a secco, vecchie costruzioni. Ma non ho dato molta importanza alla situazione.

Essendoci dei problemi catastali e di confine comunale ho visionato le foto aeree. Nel visionare le foto aeree della zona mi sono balzate all’osservazione come erano sistemati i muri a secco, cosa che era difficile osservare dal basso. Ho notato delle macere a forma circolare, il fatto mi ha incuriosito e sono voluto tornare sul sito diverse volte in modo da avere una visione diretta.

Dalla visione diretta ho costatato cose che in molte decine di volte che ero andato non avevo mai notato, perché difficilmente visibili dal basso: c’erano tre macere che formavano tre circonferenze ordinatamente disposte; dall’osservazione ho avuto un quadro più completo ma che ha finito per aprire molte ipotesi, alcune anche quasi “assurde” ma non per questo meno valide.”

Il buon Gabriele, dopo tale scoperta, continuò le sue ricerche che lo portarono a individuare diversi antichi documenti, il cui contenuto lo collegò alle strutture sopracitate.

In diversi sui scritti, infatti, il Tardio cita spesso alcune “stranezze” di questi luoghi eremitici: “… sappiamo che l’eremo della Trinità è stato abitato da eremiti per diversi secoli, divenendo un centro importante di spiritualità anche se era legato giuridicamente al padre Guardiano di Stignano e “all’anziano” di Sant’Agostino. Purtroppo non sempre la santità ha aleggiato in questi luoghi; ci sono stati anche alcuni periodi dove si sono svolti riti magici e di evocazione degli spiriti.”

Gabriele Tardio si riferisce a diversi episodi di stregoneria e comportamenti eretici di eremiti, come anche il coinvolgimento di una donna, che frequentava il convento di Stignano, in un processo contro di lei.

Tale processo (nato forse per nascondere una gravidanza indesiderata avuta per via di una relazione con un monaco e quindi per punire la donna; il Tardio ha riferito che forse ella è stata murata viva in una grotta presso il santuario di Stignano) sembra essere collegato con un altro processo di stregoneria avvenuto nel territorio di Sondrio. Siamo nel XVI secolo, quando sembra che la valle di Stignano sia stata invasa da una serie di azioni inquisitorie per debellare questi strani fenomeni.

Sempre a Trinità, in effetti, il Tardio scoprì uno strano graffito: “… nella struttura, è murata una pietra con alcune lettere incise. È un enigma di difficile decifrazione, anche perché non conoscendo le altre lettere e non sapendo quali sono le lettere messe a rovescio, non si riesce a capire quale è il senso compiuto del tutto.”

Non per molto. Infatti, nel 2010, dopo un’escursione fatta proprio insieme al Tardio, Giovanni Barrella venne a capo dell’enigma scoprendo che quelle lettere appartenevano a un quadrato magico palindromo, accostandolo a uno stesso quadrato magico, scoperto nel 2003 a Gubbio, sul monte Ingino (l’articolo completo di tale scoperta è nel link tra i commenti).

Il Barrella avvisò Gabriele di tale scoperta (l’escursione del 2010 fu molto fruttuosa perchè scoprimmo anche l’incisione dedicata forse alla presenza di Celestino V in un eremo della valle, studiata poi dal Tardio e da Centola), e lui indicò molti altri interessanti indizi allo stesso Barrella, nella loro fitta corrispondenza. Ma Gabriele intuì molte altre cose di estremo interesse.

Infatti, stava lavorando a un articolo intitolato “Strani riti magici e salomonici nella valle di Stignano”, ma non riuscì a terminarlo perché Gabriele Tardio ci lasciò prematuramente. Una grande perdita.

Lui capì che c’era un collegamento con riti di tipo salomonico, come poté appurare il Barrella successivamente.

I quadrati magici palindromi, in effetti, sono utilizzati secondo la tradizione occulta per evocare entità sovrannaturali, soprattutto demoni da utilizzare per vari scopi. Che ci si creda o meno a tali pratiche, nel medioevo e fino al XVII secolo giravano diversi grimori (testi di magia evocativa).

Gabriele scoprì anche che forse uno di questi passò di mano in mano tra gli eremiti di Stignano, come lui stesso scrive in un suo altro articolo: “… in questa valle ci sono stati anche alcuni processi per fatti che volevano far risalire a stregoneria; alcuni “santoni” e “semplici faciloni” con riti magici volevano evocare gli spiriti, costruire la pietra filosofale, trovare tesori, costruire “circoli” salomonici, scrivere il libro del patto con il diavolo …”; e ancora: “… bisogna osservare che deve essere uno solo o in tre, compreso il Karcist tenendo in mano la verga fulminante. Per questa operazione è d’uopo scegliere un luogo solitario e lontano dai tumulti, sopra un monte lungo una valle. Prendete un capretto vergine, che al terzo giorno del quarto di luna lo decorerete di una ghirlanda di erba sacra, sulla testa con un nastro verde, in seguito lo trasporterete sul monte dove si vede il sole che sorge e tramonta, il braccio nudo sino alla spalla, armato di una lamina, il fuoco sarà acceso con legna bianca; voi direte le parole…“

Il luogo: Trinità? (da quanto scritto, sembra leggere la sua descrizione perfetta); le parole: il palindromo? A che epoca appartiene tale incisione?

Parliamo, allora, di questo quadrato magico. Esso è simile nella struttura al famoso SATOR (nei commenti, il link a un nostro articolo sui SATOR nella Daunia) ed è composto dalle seguenti parole:

NIGER

INARE

GALAG

ERANI

REGIN

Si può leggere da tutte le parti, per dare sempre lo stesso messaggio: un palindromo, appunto.

Il Barrella trovò dei riferimenti utili in un grimorio di Abramelin il mago intitolato “La magia sacra”. In questo testo, un palindromo simile a quello di Trinità, con la parola centrale GALAG, evocava demoni per il ritrovamento di tesori nascosti. Ma, dello stesso preciso quadrato, nessuna traccia.

Forse vi era un altro grimorio che circolava nella valle di Stignano? Il Tardio suggerì al Barrella un nome: “Il Libro della Felicità”, ma di tale grimorio nessuno ne sapeva nulla. Forse un inedito scritto in loco? Cosa accomuna il monte Ingino di Gubbio al monte della Trinità di Stignano? Mistero nel mistero.

E poi, cosa accadeva a Stignano, nell’eremo di Sant’Agostino, in quello della Maddalena e soprattutto in quello della Trinità? Erano quei grossi cerchi in pietra presso Trinità gli eretici altari per officiare pratiche occulte di evocazione? Cosa aveva intuito ancora il nostro Gabriele Tardio?

Difficile dirlo, ma stiamo ancora indagando, anche perché il buon Gabriele era una brava persona molto devota e parlava con riluttanza di certi argomenti.

Un ulteriore indizio: “… fra Jambattista Artesio, eremita della Maddalena alla Foresta addì 20 dicembre 1556, nel palazzo vescovile di Luceria venne esaminato dal vicario generale del vescovo. Post giuramento di rito a fra Jambattista venne domandato sopra un libro sospetto di eresia che aveva ricevuto da un altro romito chiamato fra Paulo … nello mentre era a cerca del pane a Villanova. Fra Jambattista Artesio, visto la stanchezza del romito, dichiarava che lo aveva invitato alla Maddalena per alquanti giorni di riposo. Il romito dichiara che deve prolungare il passo per andare a riverire San Michele e per alleggerirsi regala tre libri e un crocifisso. Uno dei libri fra Jambattista lo ha imprestato a fra Thonio che dimora presso S. Bartolomeo, senza averlo di ritorno. L’altro giorno andato a confessarsi dalli frati osservanti di Stignano al ritorno dal pellegrinaggio a San Michele, ha saputo che quel libro era cattivo e proibito.”

Era il Libro della Felicità? Alcuni di questi eremiti sono stati anche a Gubbio? Gli unici due esemplari di NIGER/REGIN sono in Umbria e nel Gargano. Un vero enigma. Ma, soprattutto, il Tardio non ha mai dichiarato i documenti consultati ne dove sono conservati. A noi l’ardua impresa di ricomporre il puzzle.

“Ci sono luoghi dove le energie sono talmente potenti e vigorose che è difficile gestirle: essi sono i luoghi ritenuti sacri da sempre. In essi, chi vi dimora diventa santo oppure folle.” (Cit. G. Barrella)

Foto di Giovanni BARRELLA

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