Politica Italia

Famiglie LGBT. Roccella: “I sindaci devono rispettare la legge”

La scelta di sette sindaci italiani – di Roma, Milano, Bari, Bologna, Torino, Firenze e Napoli – di continuare a trascrivere i figli nati da coppie omogenitoriali sta facendo discutere e indignare il Governo. Ieri, infatti, a condannare la volontà dei primi cittadini è stata Eugenia Roccella, ministra della famiglia del governo Meloni. Per Roccella la decisione dei sindaci è illegittima. “Non c’è un confronto da fare. Ci sono leggi e una sentenza precisa. I sindaci sanno quello che possono e che non possono fare. Sono disobbedienti? No, è qualcosa che decidono loro sapendo che c’è una sentenza che non applicano. Non c’è qualcosa da contrattare”.

Le città, che sono scese in piazza e continueranno a farlo (la prossima il 12 maggio a Torino, vogliono continuare a garantire un diritto di civiltà, ma non la pensa così la Roccella. “Loro non stanno protestando contro la circolare Piantedosi ma contro la sentenza della Cassazione. Quindi dovrebbero avere casomai un dialogo con il presidente delle sezioni unite. C’è una sentenza molto precisa che dice determinate cose”.

I sindaci, però, non ci stanno e continuano a ribadire: “Nell’attesa di una legge, noi sindaci ribadiamo la volontà di agire collettivamente nell’esclusivo interesse dei minori, procedendo alla trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme, non riconducibili a una gestazione per altri, chiaramente esclusa dalla legge. Sulle trascrizioni riteniamo, infatti, che l’indirizzo della giurisprudenza sia già molto chiaro in Italia e in Europa”.

Anche l’appello dei sette sindaci per un tavolo di ascolto con la premier Giorgia Meloni non ha incontrato il favore della Roccella. “Cosa penso della lettera dei sindaci a livello umano? I sindaci si incontrano tutti i giorni. Io non ho deleghe in materia”. 

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