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Dopo le polemiche, il passo indietro: l’istituto italiano a Mosca può votare al Premio Strega

Ritorna la calma, dopo le polemiche, sull’edizione 2022 del Premio Strega, il principale premio letterario italiano. Nei giorni scorsi è emersa la decisione del ministero degli Esteri italiano di escludere i sette componenti della giuria internazionale del Premio Strega espressi dall’Istituto italiano di cultura a Mosca. Il passo indietro, stando ad alcuni rumors, è stato voluto fortemente da Palazzo Chigi e dal governo. Nelle ultime ore, infatti, c’era un’amarezza diffusa per una decisione che colpiva il più grande italianista russo Evgenij Solonovich, l’altra italianista Anna Jampol’skaja e altri giurati. 

La bagarre, diventata in poco tempo un caso internazionale, è rientrata grazie all’intervento dell’Ambasciatore Pasquale Terracciano. Dal quartier generale del Premio Strega, invece, lunedì sera erano stati informati di questa decisione presa direttamente dalla Farnesina. Stefano Petrocchi ha dichiarato che “eravamo stati preavvisati dal ministero. È una decisione che la Farnesina ha comunicato a noi e agli interessati”.

La collaborazione con gli istituti di cultura esteri è un pregio per lo Strega che, da anni, conta 32 istituti coinvolti. Su Repubblica, oggi, Solonovich – intervistato da Raffaella De Santis – ha dichiarato di non comprendere a pieno queste sanzioni culturali. Queste scelte, secondo il grande italianista, “vanno a colpire la classe degli intellettuali, la più contraria a quanto sta accadendo. Né io, né i miei amici appoggiamo l’intervento. In tanti stanno espatriando, di nuovo l’esilio sta diventando una forma di protesta. Hanno lasciato la Russia personaggi famosi come il regista cinematografico e teatrale Kirill Serebrennikov e la cantante Alla Pugačëva. Sapendo dei miei rapporti con l’Italia, i miei amici mi dicono spesso ‘ma perché non te ne vai a stare lì?'”.

L’intellettuale, però, nonostante riconosca il clima di censura e di privazione della libertà di pensiero e di protesta nella Russia di Putin, ha commentato che non lascerà la Russia. “Non me ne sono andato ai tempi dell’Unione Sovietica e non lo farò oggi”, ha commentato.

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