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Dal disagio alla criminalità, quale giudice per i minori

Disagio, Criminalità, Delinquenza minorile, Gruppo, sono alcuni temi all’ordine del giorno quando si parla di giovani, e, soprattutto, quando i giovani vengono giocoforza implicati in storie di violenza ed emarginazione. Dopo aver visto il film “La Paranza dei bambini” gli alunni delle prime classi dell’Istituto “Rotundi-Fermi” di Manfredonia, coadiuvati dalle docenti e dalle referenti dell’iniziativa, hanno deciso di discutere di questi temi specifici, ascoltando anche gli avvocati e le testimonianze di giovani caduti nella trappola della dipendenza dalla droga e della criminalità partendo da una condizione di disagio. E’ il caso di Rocco, entrato nel giro della droga a 15 anni; orfano di padre, ha iniziato a provare in gruppo gli spinelli, per poi rimanerne dipendente e passare al consumo e allo spaccio di droghe pesanti e al furto per procurarsi il denaro necessario. A vent’anni è stato arrestato in seguito ad una rapina; ha così perso tutto: un buon lavoro, la moglie, i figli; dopo essere stato in carcere, oggi sconta la pena presso la Comunità Emmaus. I ragazzi sono stati particolarmente colpiti dalla testimonianza di Rocco, tanto da voler realizzare un cortometraggio sulla sua esperienza e sulla loro scelta di non voler rinunciare ai propri SOGNI. Gli studenti chiariscono in un altro filmato: “I giovani delinquenti apprendono il crimine per imitare gli altri. I gruppi criminali sembrano quasi sostituire la famiglia d’origine e diventano un surrogato del padre o della madre”. Quindi i ragazzi hanno acquisito una consapevolezza delle cause e delle conseguenze di qualsiasi tipo di devianza.

 

A consuntivo dei lavori, è stato organizzato un incontro dibattito sabato 11 maggio presso la Sala Biblioteca dell’Istituto dove il tema è stato “Dal disagio alla criminalità, quale giudice per i minori”.

Hanno preso parte il Dirigente Scolastico Ing. Michele Gramazio, la dott.ssa Amelia Leone ed il dott. Massimo Lattanzio, Giudici Onorari presso il Tribunale dei Minori di Bari. Sono intervenuti altresì l’avv. Stefano Pio Foglia, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Foggia, l’Avv. Nadia Di Sabato, Presidente dell’Unione Avvocati di Manfredonia, e l’avv.  Paolo Attanasio.

Proprio uno degli alunni della scuola ha preso per primo la parola e con tono perentorio ha evidenziato alcuni aspetti importanti del percorso nell’ambito del progetto scolastico: “Abbiamo ascoltato numerose storie, abbiamo deciso di sottolineare e dimostrare il bisogno che noi giovani avvertiamo di esprimerci, e l’importanza che ha, per tale scopo, il rapporto tra genitori e figli e fra alunni e insegnanti. Per questo abbiamo ideato una carta dei diritti e dei doveri dei ragazzi nella quale sono evidenziati alcuni punti importanti come il diritto, che ciascuno di noi ha, di vivere in un ambiente sereno, confortevole e pulito; ognuno ha diritto di esprimere la propria opinione ed al rispetto della propria persona e degli altri”.

Ma gli stessi ragazzi del “Rotundi-Fermi” hanno anche stilato un piccolo decalogo che ha alcuni punti importanti che segnano una svolta al fine di favorire il concetto di responsabilità e cittadinanza proprio a partire dall’ambiente in cui si studia: “Tenere pulita e in ordine la scuola; conoscersi maggiormente per rispettarsi ancora di più; essere educati con i propri parenti; non usare il telefono durante il pranzo; non lasciare la propria cameretta in disordine; non alzarsi dalla tavola finché non si finisce di mangiare”. Regole semplici ed efficaci per vivere bene e in sintonia con chi condivide l’esperienza di vita. Vieppiù la riflessione importante riguarda quando si comincia per i giovani a non avere più come punto di riferimento le regole: “Purtroppo dopo aver terminato gli studi non abbiamo molte possibilità di lavorare, e lo Stato non assicura dei percorsi certi ai ragazzi e, pertanto, spesso scendiamo in strada attratti da facili guadagni come quello prodotto dallo spaccio. Magari, aiutando quei genitori in difficoltà economiche a causa della assenza del lavoro, lo Stato eviterebbe che si creino i presupposti della nostra devianza”.

Tra gli interventi degli ospiti da sottolineare è quello della Dott.ssa Leone la quale ha precisato un concetto fondamentale: “Dobbiamo dare un valore alla parole ‘limite’ e alla parola ‘rispetto’, valore venuto meno nel corso degli anni. Gli insegnanti sono proprio come i giudici minorili, che, insieme al Tribunale, non si pongono contro i ragazzi ma sempre per la tutela dei minori”.

Sulla stessa lunghezza il dott. Lattanzio: “La collega ha parlato della parola rispetto; vorrei chiarire che giudice significa giusto dire; noi dobbiamo dire qualcosa in base ad elementi concreti, e quindi dobbiamo giudicare soprattutto per tutelare i minorenni, per rispettarli e quindi promuovere la tutela di essi”.

L’avv. Stefano Foglia ha parlato della sua esperienza di professionista ma anche di conoscitore del mondo della scuola: “io sono alunno a vita perché nipote, figlio e marito di insegnante. La scuola è il luogo dove si formano gli uomini di domani, la nostra generazione ha contribuito a svuotare di contenuti alcune istituzioni, e quando il giudizio non ha più valore, il ragazzo ritiene spesso che può fare quello che vuole. Gli insegnanti sono il cardine della società; è quindi nella scuola che si formano le generazioni. Gli avvocati possono essere utili per una funzione più ampia, per una diversa sinergia con tutte le istituzioni del territorio,”.

Ha concluso i lavori il Dirigente Scolastico del “Rotundi-Fermi” di Manfredonia, Ing. Michele Gramazio, attento osservatore delle dinamiche degli alunni e della scuola, essendo stato anche docente dell’istituto: “Questo incontro è stato un momento di riflessione e di confronto. I professionisti dell’educazione e della cultura hanno il compito di essere una seconda famiglia e quindi portare i ragazzi ad una piena maturazione e soprattutto aiutarli ad essere dei veri e propri cittadini responsabili e consapevoli”.

Una giornata particolare quindi, di incontro tra varie voci ed istituzioni, per raccontare e raccontarsi e per comprendere insieme, giovani e adulti, alunni ed insegnanti, che è possibile costruirsi una strada migliore attraverso la formazione e l’impegno, senza farsi tentare dalle scorciatoie della malavita.

 

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Redazione

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