Così il Covid ha rivoluzionato le attività: più estetiste, meno elettricisti e falegnami

SI è ridotta la platea di trasportatori, elettricisti, falegnami, panettieri e idraulici
Il Covid, si sa, ha cambiato le abitudini degli italiani e di conseguenza anche i mestieri si sono in qualche modo dovuti adattare alle nuove richieste del mercato, a partire dal comparto artigiano che in Italia conta ben 1,3 milioni di imprese (22% del tessuto produttivo del Paese) e che più di altri consente a chi cerca un lavoro o a chi lo ha perso di inventarsi o di reinventarsi una occupazione.
LA FOTOGRAFIA DI UNIONCAMERE-INFOCAMERE ANTICIPATE DA LA STAMPA
Negli ultimi 5 anni, secondo la fotografia scattata da Unioncamere-Infocamere che la Stampa è in grado di anticipare, sono soprattutto le attività legate alla cura della persona, alla manutenzione della casa, alla mobilità, ma anche alla cura del verde ed i servizi digitali ad aver offerto i maggiori sbocchi.
Di contro si è ridotta notevolmente la platea dei trasportatori in proprio, degli elettricisti, dei falegnami, dei servizi di lavanderia, dei panettieri e degli idraulici.
ELETTRICISTI E CO.: I LAVORI IN CALO
In negativo, invece, i numeri che riguardano i piccoli trasportatori (-10.784, -20,6% in cinque anni), gli elettricisti (-4.281), parrucchieri e barbieri (-4.056), i falegnami (-3.503, -19%), i calzolai (-18,1%), i panettieri (-10,9%).
CHI SALE: ESTETISTE E MURATORI
In particolare, dal 2018 al 2023, sono 8.802 in più le imprese di estetiste e tatuatori (+24% in termini relativi nel quinquennio). Cresciuto anche il numero di muratori (+3.451), autisti per noleggio auto con conducente (+2.339, + 19,2%), serramentisti (+2.234), più giardinieri (1.934). In aumento il numero di impiegati nell’e-commerce e nella cybersicurezza (+1.317, +12,5%).