Storia

“Come era bello il paese quando in questi giorni si iniziava a ridipingere la case di calce bianca per la devozione”

Manfredonia – NON devo andare molto lontano, un ricordo ancora fresco per la nostra Manfredonia: intorno al 1983 puntualmente in ogni zona della città si ridipingevano di bianco le case a pianterreno, ma anche le palazzine una settimana prima della Festa patronale.Ecco allora tanti cittadini che da mattino a sera giravano con calce bianca e un pennello grande, per arrivare alla facciata più alta anche senza scala. Erano tante le persone che imbiancavano le facciate per dare una cosiddetta rinfrescata.

Manfredonia era un esempio della vita del Meridione, per quanto riguardava le tradizioni. Vedevo passare in quei giorni tanti venditori di fichi d’india, nel raggio delle zone nuove oggi abitate; era uno splendore di terra incolta e di umanità per la quotidianità del nostro frutto estivo colorato dal sole al punto maturo, che in estensione sembrava una tela pitturata da un pittore.

Gli imbianchini della calce erano i protagonisti della festa,ammiravo questo impegno e tutto l’amore che ci metteva il nostro popolo per fare un trovare tutto in ordine per un forte rispetto al passaggio del quadro Santo della Madonnina che doveva percorrere le loro strada; il vero attaccamento alla festa era di tutti, ci lasciavano il cuore su quelle scale della chiesa Cattedrale, ci lasciavano l’anima davanti all’altare della Santa Madre di Siponto.

Ho visto gente piangere, gente che pativa la fame e gente dalla devozione fuori dallo schema comune, che non si vede oggigiorno. La processione rappresentava la direzione verso l’attaccamento delle viscere del paese, il nostro popolo era legatissimo al luogo dove erano venuti al mondo, quel mondo il nostro fatto di un profumo meraviglioso che è sempre stato l’origine della nostra città: il timo. Purtroppo nei giorni che viviamo ora odora di nulla e si vive senza amore per il prossimo, tutto questo è una causa di paese.

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Claudio Castriotta

Poeta, scrittore e cantautore - già collaboratore con riviste di Raffaele Nigro e del docente universitario Daniele Giancane. Il miglior piazzamento ad un premio letterario è avvenuto a Firenze con un libro dedicato ai più emarginati di Manfredonia: secondo posto alle spalle del grande scrittore cattolico Vittorio Messori. Il suo primo maestro è stato Vincenzo Di Lascia, il vincitore al premio Repaci di Viareggio del 1983. Come musicista si è esibito con il cantautore Marco Giacomozzi, vincitore al Premio Tenco, nelle zone della Liguria, esattamente in prov. di Savona ad Albissola Marina . Poi in seguito dopo varie esibizioni in Toscana con altri autori, interrompe i tour per motivi di salute.

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