Chiara Poggi, scandalo sul video dell’autopsia: cosa è successo
Chiara Poggi: non basta il dolore dei genitori della vittima, ora anche lo scorno del video online, l'intervento del garante della privacy.

Il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto con un provvedimento d’urgenza, adottato d’ufficio, per impedire la diffusione online – a pagamento – di un video contenente le immagini dell’autopsia di Chiara Poggi, la giovane di 26 anni tragicamente uccisa a Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007. La decisione è stata comunicata ufficialmente attraverso una nota dell’Autorità. Il video, che stava circolando sulla rete, rappresenta un’ulteriore violazione della dignità della vittima e del dolore dei suoi familiari. Per questo motivo il Garante ha lanciato un fermo monito a chiunque entri in possesso di tale materiale, inclusi giornalisti e testate online, affinché si astengano dalla diffusione di contenuti tanto delicati e cruenti. Secondo l’Autorità, la pubblicazione di tali immagini costituirebbe una gravissima offesa alla memoria della giovane donna e un attentato alla sensibilità dei suoi cari, soprattutto alla luce delle circostanze violente della sua morte. Nel medesimo provvedimento, il Garante ha ricordato ai mezzi di informazione e ai siti web che ogni forma di diffusione del video è da considerarsi illecita, poiché viola tanto la normativa sulla privacy quanto le Regole deontologiche che disciplinano il lavoro giornalistico. In particolare, viene richiamato il dovere di rispetto della dignità della persona, anche dopo la morte. L’Autorità si riserva inoltre la possibilità di intraprendere ulteriori iniziative, anche di natura sanzionatoria, nei confronti di chi non dovesse conformarsi a quanto stabilito.
Trovato Dna maschile ignoto sul tampone orale di Chiara Poggi
Dalle indagini in corso sul delitto di Garlasco emergono nuove indiscrezioni che stanno attirando l’attenzione degli inquirenti. Sul tampone orale prelevato a Chiara Poggi all’epoca dell’autopsia è stata rilevata una piccola quantità di materiale genetico maschile. Si tratterebbe di un frammento di cromosoma Y, elemento che ha sollevato interrogativi ma che, al momento, non sembra scuotere le certezze acquisite nel processo. Quel Dna non apparterrebbe né ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara condannato in via definitiva per l’omicidio, né ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e da alcuni mesi formalmente indagato. Tuttavia, la quantità estremamente ridotta del materiale genetico apre la strada a una possibile spiegazione alternativa: quella della contaminazione. Secondo quanto riferito da una fonte all’Adnkronos, l’aplotipo rinvenuto risulterebbe compatibile con quello di un assistente del medico legale che partecipò ai primi accertamenti sul corpo di Chiara. La contaminazione, insomma, potrebbe essere avvenuta durante le fasi di prelievo o manipolazione dei reperti, ad esempio tramite la garza usata sul cadavere. Finora, i risultati ottenuti dai periti incaricati dal giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, hanno sempre portato a identificare come unici profili genetici quelli della stessa vittima o, appunto, di Stasi. A chiarire la posizione della famiglia Poggi è l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, che ha commentato senza esitazioni: “Non ci sono Dna di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine, e ovviamente tanto meno sul corpo di Chiara”. Una dichiarazione che sembra voler mettere un freno a ipotesi speculative e ribadire la solidità delle conclusioni finora raggiunte. A fronte delle indiscrezioni emerse nelle ultime ore, il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, interviene con fermezza, smorzando ogni tentativo di riaprire piste investigative prive – a suo dire – di reale consistenza. “Un dato che per quanto possiamo sapere è totalmente destituito da qualsiasi fondamento e che ancora una volta denota come, in assenza di riscontri oggettivi alternativi alla verità processuale accertata e che ha individuato Stasi quale responsabile, prospetta ipotesi infondate” ha dichiarato l’avvocato.
