Spettacolo Italia

Chi l’ha visto? 15 ottobre 2025: svolta sul caso di Manuela Murgia

Chi l'ha visto?, puntata del 15 ottobre 2025: nuovi documenti, testimoni inediti e casi che tornano dal passato.

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Mercoledì 15 ottobre 2025 Chi l’ha visto? è tornato in onda con una puntata densa di misteri e tensioni emotive. Federica Sciarelli ha ripercorso storie che da anni affliggono famiglie e opinione pubblica, alternando nuove rivelazioni a richiami al ruolo del pubblico come “occhio” vigile. In studio, protagoniste le famiglie delle vittime, testimoni e documenti inediti. L’atmosfera è quella del “non detto” che aspetta di essere svelato. L’ultimo appuntamento col programma di Rai3 dedicato agli scomparsi ha messo al centro il caso Murgia, il suicidio di Paolo e il giallo di Giovanni Cuvello, offrendo spunti e interrogativi da non ignorare.

Chi l’ha visto? : i casi principali della puntata e le novità emerse

Nella puntata del 15 ottobre, Chi l’ha visto? ha costruito il racconto intorno a tre vicende forti: il caso di Manuela Murgia, il suicidio del giovane Paolo e la misteriosa morte di Giovanni Cuvello. La puntata ha dedicato ampio spazio al cold case di Manuela, una ragazza scomparsa il 4 febbraio 1995 e ritrovata morta il giorno successivo nella gola del canyon di Tuvixeddu (Cagliari). Nel corso del programma è stato ricordato che il caso era stato archiviato due volte come suicidio, ma che adesso la Procura di Cagliari ha riaperto il fascicolo per omicidio volontario, concentrandosi sull’ex fidanzato Enrico Aster (oggi 54 anni) come indagato. Durante la trasmissione sono emersi documenti inediti e testimonianze finora non pubblicate, presentati in studio alal presenza delle sorelle di Manuela, Elisa e Anna, che non hanno perso occasione per chiedere risposte e trasparenza. Si è discusso anche dei punti oscuri: con chi Manuela si recò quel mattino al canyon? Quali dinamiche interne all’inchiesta portarono alle archiviazioni precedenti? Ogni elemento — anche apparentemente marginale — è stato rimesso sotto la lente. Altro capitolo toccante è stato quello di Paolo, ragazzo di 14 anni di Latina che, secondo le ricostruzioni, si è tolto la vita di fronte a un drammatico contesto di bullismo scolastico. Chi l’ha visto? ha intervistato il fratello maggiore di Paolo, anch’egli vittima di aggressioni da parte dei compagni di scuola in anni scolastici precedenti. L’uomo ha raccontato in prima persona il dolore, il senso di impotenza e la difficoltà a far emergere la verità: «Erano anni diversi… ma anch’io ho vissuto sulla mia pelle il peso della derisione». Questa parentesi ha offerto un momento di forte umanità: non solo cronaca, ma storie di vite che chiedono ascolto e prevenzione. Il terzo caso trattato è quello di Giovanni Cuvello, 73 anni, arrivato al pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia di Palermo nella serata del 30 settembre con problemi respiratori. Ciò che avrebbe dovuto essere un ricovero si è trasformato in un mistero: la sua morte sarebbe avvenuta senza che uscisse dall’ospedale. I familiari avevano già lanciato appelli in precedenti puntate del programma. Durante l’ultima puntata, Chi l’ha visto? ha provato a ricostruire gli ultimi passi del paziente, le possibili irregolarità nei passaggi ospedalieri e le risposte ancora mancate da parte delle autorità sanitarie. Come da consuetudine, Federica Sciarelli ha dato spazio anche agli appelli del pubblico: segnalazioni di persone scomparse, richieste di aiuto e richieste di chiarimento su casi aperti. La trasmissione non si limita a portare storie, ma vuole offrire la possibilità che chi ha informazioni – anche minime – possa emergere dal silenzio. Questa puntata è stata finora una delle più intense e ben strutturate dell’attuale stagione di Chi l’ha visto?. La scelta di alternare un cold case storico (Murgia) a drammi contemporanei (Paolo, Cuvello) dimostra la volontà di non delegare la memoria al passato, ma di tenere sempre accesa l’attenzione sul presente. La decisione di presentare documenti inediti e testimonianze fino ad oggi sconosciute è un segnale importante: non basta ripercorrere storie note, bisogna tentare di aggiungere pezzi mancanti. Tuttavia, resta il nodo — molto critico — della verità concreta. Quanto di ciò che è emerso può essere utilmente correlato alle indagini ufficiali? E quanto rimarrà nel limbo delle testimonianze non verificate? Il caso di Manuela Murgia, in particolare, è emblematico: quarant’anni di versioni contrastanti, archiviazioni, rilanci. La riapertura per omicidio volontario induce speranza, ma non garantisce la ricostruzione definitiva dei fatti. Riguardo al suicidio di Paolo, la puntata ha mostrato il volto umano della sofferenza adolescenziale. Il racconto del fratello maggiore è stato toccante e necessario: spesso ci dimentichiamo che dietro le cifre del bullismo ci sono relazioni rotte, impreparazione ad affrontare realtà del genere e silenzi istituzionali. Infine, il caso Cuvello resta un enigma inquietante: la morte in ospedale, la distanza tra chi accusa e chi deve rispondere e la mancanza di trasparenza che persiste. Chi l’ha visto? ha acceso un faro, ma il lavoro spetta ora agli inquirenti, ai mezzi legali e al servizio sanitario.

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