Chesta é la meglio nazzione de lu mundu!

Chesta é la meglio nazzione de lu mundu!
Nel 1907 Antonio Beltramelli, inviato del Corriere della Sera, arrivò a Manfredonia e trovò una città che gli apparve bella come nessun’altra. Ne avevo già scritto tempo fa, ma tornare su queste pagine della nostra storia mi emoziona ogni volta: perché più le rileggiamo, più scopriamo qualcosa di noi.
Alloggiò all’Hotel Manfredi, passeggiò per i nostri vicoli, osservò le case bianche, le finestre dalle forme insolite, le croci tracciate a calce sulle porte e le nicchie con San Michele a protezione delle famiglie. Lo colpì un muratore che lo accompagnava cin giro aiutandolo a tenere le macchine fotografiche e che, con convinzione ripeteva come un ritornello: “Chesta è la meglio nazzione de lu mundu!”.
“Particolarità strana di queste casuccie moresche che assomigliano tanto nell’insieme a certi villaggi della Sicilia, sono le finestre a foglia”, scrisse Beltramelli, notando come sulle case più umili comparissero tre croci bianche “per salvare i fanciulli dalle streghe che scendono da Benevento”, mentre sulle abitazioni agiate campeggiavano statue di San Michele.
Suggestiva la sua descrizione delle campane della città che, improvvisamente, “come ad un invisibile cenno si levano unite in un grande stormo vibrante, inondano l’aria, si lanciano alla vastità del mare e dei cieli» annunciando il tramonto, mentre «verso la remota testa del Gargano, è ancora il sole”.
E poi il ritorno nel silenzio caldo del pomeriggio, quando “tutto è quieto, tutto è chiuso, tutto dorme”.




Le immagini scattate da Beltramelli mostrano una Manfredonia viva e diversa: il castello ancora abitato nei piani superiori, la cattedrale prima del restauro, il corso attraversato dalle carrozze, la Torre del Fico che si specchiava nel mare.
Una città in dialogo costante con il suo golfo, con le mura a segnarne confini e identità.
Guardare oggi quelle foto significa riconoscersi. Significa sapere da dove veniamo. Significa ricordare che la nostra storia non è un ricordo da archiviare, ma un patrimonio che continua a parlarci.
Perché Manfredonia ha radici profonde. Ed è proprio da qui che continueremo a ripartire.
A breve ci saranno delle sorprese. E saranno la nostra storia e la bellezza della nostra città a parlare…
Maria Teresa Valente