Caso Orlandi, scoperti documenti che aprono all’ipotesi familiare. Orlandi: “Una carognata”

Ieri sera, in apertura del Tg La7, Enrico Mentana ha presentato in esclusiva una nuova pista sulla scomparsa di Emanuela Orlandi emersa da alcune carte ritrovate nelle ultime indagini vaticane. La scomparsa della ragazza, avvenuta esattamente quarant’anni fa, secondo queste carte si potrebbe ricondurre a una storia familiare. Dunque, non piste estere, vaticane o mafiose, ma una pista tutta interna alla famiglia Orlandi. In un carteggio fra due religiosi, infatti, viene chiamato in causa uno zio di Emanuela, Mario Meneguzzi, e un presunto caso di molestie nei confronti della sorella maggiore di Emanuela, Natalina Orlandi. 

Ad tentare oggi questa pista, quando Meneguzzi è già morto, sono gli investigatori di Roma che hanno notato una forte somiglianza fra l’identikit dell’ultimo uomo che avrebbe visto Emanuela Orlandi e la foto dello zio di Emanuela, Mario Meneguzzi.

La notizia, però, non è piaciuta alla famiglia Orlandi. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela e da anni impegnato in una dura lotta per scoprire la verità, ha chiamato queste notizie “una carognata”. “Oggi ho capito che sono delle carogne. Hanno deciso di scaricare tutto sulla famiglia, senza vergogna, senza vergogna mi fanno schifo”.

Alle ore 16.00 di oggi la famiglia Orlandi ha indetto una conferenza stampa a Roma per chiarire alcune dinamiche e smentire le notizie emerse ieri. “Sono arrabbiato, furioso. hanno passato il limite come non mai e con l’avvocato Sgrò sto organizzando per domani una conferenza stampa. Non possono scaricare le responsabilità di tutto su una famiglia. Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così. Nessuno ci ha chiamati, nessuno ha chiamato le mie sorelle e i miei cugini. Non siamo stati chiamati dalla procura di Roma, da nessuno. Mi auguro che questa commissione parlamentare parte e svergogni chi oggi miserabilmente ci ha infangato”.