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Caons: “Autorità Portuale che non deve svendere il porto Alti Fondali al primo arrivato e senza le opportune valutazioni”

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Nell’opinione pubblica si sta diffondendo molta confusione relativamente agli investimenti tesi a fare
ripartire lo sviluppo del nostro territorio. (Manfredonia-Monte S. Angelo)
Abbiamo sentito la necessità di fare un po’ di chiarezza nella speranza di non essere fraintesi e sempre
tenendo presente che il nostro obiettivo è il bene comune. Per affrontare la questione diciamo subito che il
tutto si sviluppa su due aspetti che, se intrecciati tra loro, diventano di difficile comprensione e sono:
- Il porto Alti Fondali e relativo sviluppo;
- L’insediamento di attività industriali, e/o di altro genere, con l’obiettivo, per noi, della creazione di
posti di lavoro e conseguente economia cittadina.
Porto Alti Fondali
E’ stata istituita “l’Autorità di Sistema Portuale Del Mare Adriatico Meridionale” di cui fanno parte i porti
di Bari, Brindisi Manfredonia, Barletta e Monopoli con le funzioni: “di indirizzo, programmazione,
coordinamento, promozione e controllo operazioni portuali e delle altre attività commerciali ed industriali
esercitate nei porti con poteri di regolamentazioni e di ordinanza, anche in riferimento alla sicurezza
rispetto a rischi di incidenti connessi a tali attività ed alle condizioni di igiene del lavoro”.
Tanto premesso, analizziamo cosa sta accadendo.
La società Seasif, tramite controllate, ha espresso la volontà di costruire diversi impianti e, tra gli altri, un
rigassificatore di GNL (metano), richiedendo, in esclusiva, la concessione, per 25 anni, degli attracchi A1, A2,
e A5 del porto Alti Fondali.
Con nostra grande meraviglia, abbiamo constatato che l’Autorità Portuale era favorevole a tale richiesta.
Riflettiamo un po’ circa l’attracco A5 che doveva servire per l’installazione del rigassificatore di GNL.
Dobbiamo considerare che nei pressi dell’area portuale passa il metanodotto che alimentava l’ENICHEM.
Perché costruire un rigassificatore di GNL quando c’è già un metanodotto inutilizzato nelle vicinanze? E
ancora, perché realizzarlo in un territorio che sta ancora lottando per evitare la costruzione di un
megadeposito di GPL nei confronti del quale la comunità di Manfredonia si è già espressa nettamente
contraria con il referendum che ha visto più del 96% di voti “NO ENERGAS”? L’intenzione della Seasif è la
realizzazione di un terminale per il rifornimento di GNL alle navi, visto che se Manfredonia non si dota di
questo servizio sono pronti i porti di Barletta e Monopoli. Perché l’Autorità Portuale non si è posto
l’obiettivo di dotare il porto Alti Fondali di una tale infrastruttura che evidentemente porta posti di lavoro
(anche se non in gran quantità)? L’Autorità Portuale, date le sue competenze, doveva darsi da fare per
realizzare questo terminal sull’attracco A5 e proporlo come investimento rivolto allo sviluppo per attingere
ai fondi Europei per la ripartenza dell’economia e che sarebbe fondamentale per inserire il nostro territorio
nei flussi crocieristici.
Ancora, diciamo all’Autorità Portuale che non deve svendere il porto Alti Fondali al primo arrivato e
senza le opportune valutazioni che tengano conto del benessere della comunità locale.
Se Seasif farà qualche attività deve avere un trattamento commerciale e di servizio come tutti gli altri,
quando porterà una nave per lo scarico, chiederà e otterrà il permesso di attracco da parte del gestore del
porto.
Sappiamo che si può concedere l’uso esclusivo di una o più banchine, ma questo deve avvenire in casi
speciali quando la scelta è quasi obbligata.
Nel nostro caso, l’unico interesse, da parte dell’Autorità Portuale, è quello di scrollarsi di dosso la
responsabilità di gestire le attività del porto. Però se gli attuali titolari dell’Autorità Portuale non se la
sentono, si facciano da parte e si proceda ad individuare e nominare altri con esperienze e capacità in
merito.
La gestione del porto deve far capo all’istituzione pubblica e permettere a chiunque di potersene
servire. Nel nostro caso è “l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale”.
Industrializzazione
Abbiamo già affermato, in precedenza, che: ”Noi non siamo contro l’industrializzazione ma, dopo le
esperienze vissute vigiliamo perché le cose siano fatte secondo i dettami della legge e del buon senso
mettendo al primo posto il Bene Comune.
Se qualcuno vuol investire, per realizzare industrie, deve elaborare un business plan e un progetto di
massima da sottoporre soprattutto all’attenzione delle comunità locali e solo dopo che si è raggiunta
l’accettazione da parte di esse si devono contattare le istituzioni opportune per la realizzazione delle
opere”. Per esempio: se si vuol costruire i manici degli ombrelli, noi vogliamo conoscere le dimensioni, di
che tipo di materiale saranno fatti, se ci sono depositi vari e con quali sostanze dentro, se ci sono emissioni
di qualunque tipo, etc.
Se la società Seasif, come chiunque altro, vuole investire nel nostro territorio, deve sapere che non si
possono installare stoccaggi di sostanze pericolose e/o inquinanti alle porte della città e deve rispettare
l’ambiente e il bene comune. Nel nostro caso, la Seasif qualcosa ha già capito perché sembra che ha
dichiarato di essere pronta a rinunciare al rigassificatore di GNL.
Analizziamo le altre proposte fatte. Per la produzione di biocarburanti, come già detto, non potremo mai
accettare alle porte della città di avere sostanze che, anche se sono rinnovabili (per questo le chiamano
bio), sono comunque pericolose e inquinanti. Perciò anche se non abbiamo avuto alcun documento
progettuale, data la natura e le quantità delle sostanze in gioco, il territorio non potrà mai accettare un
altro scempio ecologico e la minaccia per la sicurezza dei cittadini.
Infine consideriamo la possibilità di costruire impianti per la lavorazione della bentonite e delle terre
rare (Caro ing. Favilla non esistono i polimetalli, nel suo caso sicuramente si tratta di terre rare).
Per questo argomento siamo disponibili a discutere e prendere in seria considerazione l’idea. Però lei ci
deve fornire un progetto di max e un business plan e dopo possiamo metterci intorno ad un tavolo.
Ancora una volta, ci appelliamo a tutte le istituzioni perché non abbiano atteggiamenti superficiali e
frettolosi, in particolare l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, ma che siano
oculate e rispettose dell’ambiente e dei cittadini.
Manfredonia 29/03/2021
per il CAONS
Ing. Matteo Starace