Giovani

Bambini, “No all’utilizzo dei video schermi”. Come cambia questo pensiero ai tempi del Covid19

a cura di Francesca Finizio

«Ogni bambino ha i suoi tempi, i video schermi sono una grave interferenza nel suo sviluppo. Impediscono al bambino di fare le sue esperienze, specie quelle sensoriali. Il piccolo deve invece giocare con l’acqua, la sabbia, in mezzo agli elementi naturali. Non si devono sostituire queste importanti esperienze con quelle virtuali», queste le parole del pedagogista Daniele Novara.

Qualcosa di invisibile, il Coronavirus19, all’improvviso cambia tutto; Smartphone e tablet diventano strumenti essenziali per la didattica a “distanza”, diventano così gli unici mezzi per ristabilire i contatti con gli insegnanti e i compagni di scuola, ma anche con i nonni, parenti e amici.

I device all’improvviso diventano fondamentali.

Con la nota ministeriale del 17 marzo 2020 diramata dal Ministero dell’Istruzione dal  titolo: “Emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus. Prime indicazioni operative per le attività didattiche a distanza”, il ministro vuole dare indicazioni specifiche a tutti coloro che hanno a che fare con il mondo della scuola, ma in particolare ai docenti, per affrontare la complicata situazione e mantenere una relazione educativa positiva con tutti gli alunni.

“Per la scuola dell’infanzia è opportuno, si legge, sviluppare attività, per quanto possibile e in raccordo con le famiglie, costruite sul contatto “diretto” (se pure a distanza), tra docenti e bambini, anche solo mediante semplici messaggi vocali o video. L’obiettivo, in particolare per i più piccoli, è quello di privilegiare la dimensione ludica e l’attenzione per la cura educativa precedentemente stabilite nelle sezioni. Per la scuola primaria occorre ricercare un giusto equilibrio tra attività didattiche a distanza e momenti di pausa, in modo da evitare i rischi derivanti da un’eccessiva permanenza davanti agli schermi. La proposta delle attività deve consentire agli alunni di operare in autonomia, basandosi innanzitutto sulle proprie competenze e riducendo al massimo oneri o incombenze a carico delle famiglie”.

Gli insegnanti hanno dovuto riesaminare le progettazioni definite nel corso dei consigli d’intersezione e interclasse, rimodulando gli obiettivi formativi sulla base delle nuove attuali esigenze, senza un eccessivo carico di compiti.

Si raccomanda la massima attenzione agli alunni con disabilità, nella nota ministeriale si legge ”la sospensione dell’attività didattica non deve interrompere, per quanto possibile, il processo d’inclusione, resta sempre punto di riferimento il Piano educativo individualizzato”.

Al fine di supportare il servizio di didattica a distanza, considerata la sospensione delle attività didattiche in presenza, le istituzioni scolastiche hanno destinato, in comodato d’uso, alle famiglie sprovviste i device, acquistati con i fondi erogati come si legge nell’art. 120, c. 2, lett. b) del D.L. 17 marzo 2020, n. 18, il successivo D.M. 26 marzo 2020, n. 187, che appunto ha riconosciuto alle scuole specifici fondi da destinare all’acquisto di dispositivi digitali da destinare alla didattica.

 Sicuramente un grande aiuto ma, resta ancora, per molte famiglie il problema della linea internet, molte non possono permettersela.

Intanto i bambini proprio di fronte a quel piccolo schermo del cellulare, durante le videochiamate con gli insegnanti, continuano a chiedere: “quando torneremo a scuola”?

 

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Redazione

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