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I Carabinieri restituiscono alla Soprintendenza per le provincie BAT e Foggia 44 pregiati reperti archeologici

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I CARABINIERI TPC RESTITUISCONO ALLA SOPRINTENDENZA PER LE PROVINCE DI BARLETTA-ANDRIA-TRANI E FOGGIA

44 PREGIATI REPERTI ARCHEOLOGICI

Il 17 novembre 2025 alle ore 15:00, in Foggia, nella sede della Soprintendenza indicata, il Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Firenze ha restituito 44 reperti archeologici di pregevole manifattura alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia.

L’attività investigativa del personale del Nucleo TPC di Firenze è stata avviata da una segnalazione pervenuta dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno che permetteva di sequestrare 98 reperti archeologici di straordinaria bellezza e importanza scientifica, poiché mancanti della documentazione attestante la legittima provenienza. I beni, rinvenuti all’interno di un’abitazione privata erano appartenuti a una persona deceduta.

Il successivo esame tecnico-scientifico condotto dal funzionario archeologo della citata Soprintendenza, associava i reperti in riferimento a tre periodi temporali specifici: Etrusco, Dauno-apulo e Sannitico-campano.

Il valore storico-archeologico dei reperti attribuibili alle produzioni daunie e magno-greche è correlato alla eccezionale qualità ed unicità degli esemplari provenienti da contesti tombali e votivi databili tra il VII e il III sec. a.C.

Per questo motivo 44 tra il totale dei 98 reperti archeologici recuperati sono stati assegnati definitivamente alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta, Andria, Trani e Foggia, competente per l’area di provenienza dei beni provento di scavi clandestini.

I restanti reperti, anch’essi di pregevole fattura e stato di conservazione, sono stati restituiti alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno.

Alla luce di quanto accertato nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa, in virtù della normativa vigente prevista dall’art. 91 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, D.Lgs nr. 42/2004, ne ha disposto la restituzione alle diramazioni periferiche del Ministero della Cultura.

La normativa vigente attribuisce allo Stato la proprietà assoluta degli oggetti di interesse artistico, storico e archeologico rinvenuti nel sottosuolo o dai fondali marini, a partire dall’anno 1909 che ha dato origine alla prima legge di tutela in ottemperanza alla Legge n. 364 del 1909. Dopo tale data, il possesso di reperti archeologici provenienti dal territorio nazionale è ritenuto lecito solo in presenza di documenti o altri titoli che ne dimostrino il regolare acquisto o lascito ereditario, ovvero costituisca quota parte del premio di rinvenimento riconosciuto al cittadino da parte dello Stato a seguito di rinvenimento “fortuito”.

La restituzione allo Stato di questa importante collezione archeologica costituisce un’ulteriore occasione di riflessione sulla particolare tutela che la legge italiana riserva al patrimonio archeologico nazionale.

Il risultato di oggi è un esempio concreto della sinergia tra il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la Magistratura e il Ministero della Cultura in tutte le sue articolazioni del territorio, che forniscono quotidianamente un prezioso supporto scientifico ai militari specializzati operanti per la salvaguardia dei beni d’arte.

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