Manfredonia Calcio, la Gradinata Est dal sindaco

Manfredonia Calcio, la Gradinata Est dal sindaco
Continua il tormentone estivo che da settimane sta tenendo sulle spine l’intera tifoseria del Manfredonia Calcio 1932: la partecipazione al prossimo campionato di serie D.
L’iscrizione va effettuata entro la data del 10 luglio e per quella data occorre che la società abbia tutte le liberatorie relative alle spettanze economiche maturate dai calciatori, per non incorrere in punti di penalizzazione in classifica nel campionato 2025/26.
Il Patron sarebbe fermo sulla propria decisione di defilarsi, quindi, di vendere la società al prezzo di euro 500000. Dallo stesso, è stato specificato più volte che la società-si vende, non si svende-. Pare che sia stato formalizzato l’interesse concreto all’acquisto della società da parte dell’imprenditore Angelo Tito ma ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello richiesto ma in linea con quelli normalmente praticati per l’acquisto di società di serie D. Incolmabile la distanza tra domanda ed offerta.
Ma poi viene da chiedersi: chi mai ha comprerebbe un titolo di serie D a quelle cifre, soprattutto in un momento di grave crisi finanziaria che attanaglia l’ottanta per cento delle società di serie D per cui, diversi titoli vengono consegnati ai sindaci delle città per essere ceduti al prezzo simbolico di 1 euro comprensivi delle liberatorie?
Una richiesta economica di quel tipo, imprenditorialmente parlando, è fuori mercato, fuori da ogni logica economica. In soldoni, non si vuole svendere la società ma, sic stantibis, nemmeno venderla perché è una trattativa morta e sepolta sul nascere, quando, è stato fissato l’esoso prezzo di acquisto.
È chiaro che il Patron è libero di chiedere qualsiasi cifra ma nel contempo, per onestà intellettuale ma soprattutto essendo un imprenditore, dovrebbe essere consapevole che la società, a quel prezzo, non la comprerebbe nessuno.
E allora che senso ha attendere una proposta di acquisto che non arriverà mai mentre il tempo inesorabilmente passa e la stagione andrebbe programmata? Per onestà intellettuale va ricordato che nell’estate 2023, il signor Di Benedetto, autore della promozione in serie D, che pure avrebbe potuto ostacolare l’iscrizione al campionato, essendo, all’epoca titolare del 50% delle quote del Manfredonia Calcio e dopo aver investito cifre ingenti per giocare un intero campionato a San Ferdinando, con 50 spettatori paganti, pur di consentire l’iscrizione della squadra alla serie D, cedette le sue quote ad un prezzo più che equo e sfido chiunque a dimostrare il contrario.
Trattasi dello stesso Presidente che ha investito quasi un milione di euro per il Manfredonia Calcio, a cui venne promesso, pubblicamente alla sua prima conferenza stampa al Bramanthe, l’uso dell’impianto sportivo Miramare alla prima giornata di campionato del campionato di Eccellenza Pugliese.
Invece, si dovette aspettare al play-off contro il Bisceglie per giocare al Miramare ma solo grazie ad una ordinanza sindacale. Questo è stato uno dei motivi per cui Di Benedetto lascio il Manfredonia per trasferirsi ad Andria nell’estate 2023, quindi, la consapevolezza che anche nell’annata 2023/24, come in effetti accaduto, lo stadio non avrebbe potuto essere utilizzato a pieno regime di spettatori.
Avrebbe avuto senso investire quello che poi investi ad Andria per avere sugli spalti qualche centinaio di spettatori? Chi lo avrebbe fatto? Una delegazione della Gradinata Est, ieri ha incontrato il Sindaco alla presenza dell’assessore Francesco Schiavone e del delegato allo sport Nico Mangano.
Questo perché il Sindaco sta seguendo la vicenda, dopo che irritualmente era stato fatto un comunicato societario con richiesta di incontro per la consegna del titolo sportivo al Sindaco: consegna mai avvenuta.
Una cosa è certa, volere o volare la società deve, categoricamente, iscrivere la squadra al prossimo campionato di serie D, nella consapevolezza che il titolo del Manfredonia Calcio è un patrimonio quasi centenario della città ed un “oggetto” meritevole di sola valutazione economica.
Essa rappresenta la storia, le emozioni, il pianto, la gioia di decine di generazioni che hanno amato e che continueranno ad amare il Manfredonia Calcio 1932.
Antonio Castriotta