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“Vogliamo lavorare con tutti i criteri di sicurezza previsti per difenderci dal Covid e se così non fosse siamo anche pronti ad incrociare le braccia”

“Vogliamo lavorare con tutti i criteri di sicurezza previsti per difenderci dal Covid e se così non fosse siamo anche pronti ad incrociare le braccia”.

È questo l’appello lanciato dagli infermieri degli Ospedali Riuniti di Foggia seriamente preoccupati dall’allestimento nel reparto dove un tempo c’era il centro trapianti, di una seconda postazione Covid. “Per legge – evidenziano gli infermieri – ogni reparto Covid deve essere strutturato in percorso pulito per medici, infermieri ed operatori, e percorso “sporco”, dove ci sono gli assistiti. Nella parte finale deve esserci una parte dedicata alla vestizione in sicurezza, in modo tale da non contaminarci e non diventare noi stessi degli untori”. 

Secondo quanto riferito dagli infermieri, in quella che dovrebbe essere già dalla prossima settimana la seconda postazione Covid, con 5/6 posti letto, una quindicina di giorni fa sono state apportate modifiche per la sicurezza da un comitato tecnico ritenute dagli stessi “non conformi per accedere con pazienti Covid”. Vi sarebbe, infatti, un’unica zona sporca senza riservare spazio alla vestizione (parte definita semi pulita) e alla parte pulita.

Per ‘rimediare’, giovedì mattina sono spuntati dei divisori in plexiglass alti 1 metro e 80 circa, in una zona in cui passano assistiti Covid, ma anche operatori sanitari, medici ed infermieri. “Come ben sappiamo tutti, il Covid è un virus che circola grazie anche agli spostamenti d’aria e dunque un divisorio in plexiglass alto meno di due metri non basta a proteggerci. Noi infermieri non ci stiamo e non vogliamo lavorare con la paura costante di ammalarci. Siamo stanchi ed è nostra intenzione coinvolgere anche i NAS”. 

La priorità, mentre sono in aumento i casi di Covid-19, ma non c’è ancora una vera e propria emergenza, è garantire la piena sicurezza dei reparti, secondo criteri organizzativi precisi. Un criterio è appunto quello di evitare che il personale medico possa contaminarsi, con ambienti di vestizione separati e percorsi dedicati necessari per distinguere il ‘pulito’ dallo ‘sporco’. “Durante la prima ondata abbiamo lavorato in condizioni pietose. Abbiamo abbassato la testa e ci siamo dati da fare perché eravamo in emergenza ed era una situazione nuova per tutti, ma adesso non ci stiamo più. Esigiamo rispetto e che sia ben chiaro: noi vogliamo lavorare, ma in sicurezza!”, conclude con determinazione il personale infermieristico.

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Redazione

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