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Vini rosati di Puglia: questi i migliori secondo Gambero Rosso

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Il settore vinicolo pugliese continua a crescere, migliorando sia in termini di qualità che nella consapevolezza dei metodi per raggiungere questo miglioramento. Un indicatore di questo progresso è l’aumento dei vini che hanno ottenuto il riconoscimento dei Tre Bicchieri 2024 con denominazione di origine, passati dal numero di 10 di cinque anni fa fino ai 19 attuali. Questo dimostra come la tipicità del territorio sia diventata sempre più rilevante per i produttori della Puglia, mentre in passato la produzione si focalizzava maggiormente sul vitigno invece che sul territorio.

La qualità dei vini rosati pugliesi

I vini pugliesi, conosciuti per la loro qualità e autenticità, godono di ottima considerazione sia su scala nazionale che internazionale. Del resto la Puglia, con il suo clima mediterraneo, terreni fertili e varietà di vitigni autoctoni, offre un’ampia gamma di vini e, tra questi, i rosati rappresentano un’eccellenza enologica della regione, apprezzati per il loro carattere fresco, aromatico e versatile. La qualità dei vini rosati pugliesi, riconosciuta dai principali magazine del settore come il sito winemeridian.com, e da autorevoli guide come ‘Gambero Rosso’, evidenzia il ruolo sempre più centrale che la regione svolge nel panorama vinicolo.

Ma andiamo nel dettaglio e scopriamo quali sono i vini rosati pugliesi che hanno ottenuto il riconoscimento dei Tre Bicchieri nel 2024 o che sono stati molto vicini al podio con Due Bicchieri Rossi nella guida di Gambero Rosso dedicata ai vini d’Italia. Tra i vitigni protagonisti di questo successo, ci sono il primitivo, il negroamaro e il pinot nero.

Il Five Roses 79esimo Anniversario 2022

Tra i vini premiati da Gambero Rosso c’è il Five Roses 79esimo Anniversario 2022, realizzato con uve di negroamaro e malvasia nera. Il vino in questione offre un profumo di agrumi dolci, di pesca gialla e di gelsomino. Al palato risulta fresco, sapido e con un finale succoso, senza eccessi di dolcezza.

Il vino è di Leone de Castris, un simbolo della vitivinicoltura del Salento. Le tenute di cui si sta parlando sono numerose e vanno dal Salento alle Murge, con vitigni che a volte sono anche internazionali. La varietà di vini prodotti, che comprende circa 40 etichette, è ben realizzata dal punto di vista tecnico ed è capace di fornire una grande purezza dal punto di vista aromatico.

Il Kreos 2022

Un altro vino notevole è il Kreos 2022 di Castello Monaci. Si tratta di un negroamaro che presenta delle note olfattive che ricordano amarena e pesca gialla. Al palato è succoso e presenta un finale piacevole e secco. Castello Monaci è gestito dalla famiglia Memmo, che porta avanti l’attività da varie generazioni.

Le tenute dell’azienda sono tre. Si tratta della Masseria Vittorio, che si trova in provincia di Lecce, a Trepuzzi, e ha prevalentemente primitivo su terra rossa, della Masseria Flaminio, nell’area di Brindisi, nella quale vengono coltivate soprattutto uve bianche nei pressi del mare, beneficiando di terreni sabbiosi, e poi della tenuta a Salice Salentino, con coltivazioni di malvasia nera, primitivo e negroamaro, su un terreno argilloso. I vini in questione danno una particolare attenzione alla piacevolezza.

Il rosato EstRosa 2022

Si può poi parlare del rosato EstRosa 2022. Il vino è uno dei migliori di questa area. Offre una grande freschezza, un ottimo profumo e un bilanciamento ottimo, con note che ricordano frutti di bosco, fiori e macchia mediterranea. Il finale di questo vino è persistente e succoso. La realizzazione è della cantina di Raffaele Leo e Marianna Annio. L’azienda presenta vigneti ad un’altitudine di 380 metri e si trova in un’area ventilata adeguatamente, su un suolo argilloso e calcareo, pieno di sali minerali.

Il Brut Ancestrale Rosé 2018

Infine, si può citare il Brut Ancestrale Rosé 2018, un prodotto molto fresco con note di crosta di pane, di scorza d’arancia e frutti rossi. La produzione è effettuata nelle Tenute Chiaromonte, con il lavoro di Nicola Chiaromonte e di Paolo Montanaro. I vigneti di questa azienda sono posti ad oltre 300 metri di altezza, su un suolo carsico con tanti minerali. Sono presenti dieci ettari di primitivo con piante che hanno più di 60 anni. Ma non è presente soltanto il primitivo, perché vengono coltivati in queste tenute anche il pinot nero e, ad esempio, il moscato.

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