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Viene a mancare l’attrice più poliedrica del secolo scorso, Monica Vitti

Scrivere di Monica Vitti nel giorno della sua scomparsa è molto difficile In un panorama artistico sconsolante abbiamo perso una donna dal talento unico.

Quasi 10 anni fa (era il 2013) era morta Mariangela Melato altro mostro sacro del cinema e del teatro italiano e oggi con la dipartita della Vitti viene a mancare l’attrice più poliedrica del secolo scorso. Aveva iniziato con film estremamente sofisticati diventando la musa di Michelangelo Antonioni e poi era diventata regina della commedia all’italiana lavorando con i più grandi (Tognazzi, Sordi, Manfredi). Non solo la notizia è stata data da Walter Veltroni su richiesta del marito Roberto Russo, ma tutta la politica e la cultura italiana ha annunciato la morte di Monica Vitti con grande rammarico dal presidente del consiglio Mario Draghi al Ministro Dario Franceschini a cui hanno fatto eco Liberation e Le Monde dalla Francia dove l’attrice era considerata una diva internazionale e addirittura il più importante giornale di cinema americano Variety che la ricorda con la sua immensa bravura nell’interpretare la serie di film sull’incomunicabilità firmati da Antonioni ( L’avventura, La notte, L’eclisse, Deserto rosso). La news della morte  è stata data anche durante la conferenza stampa di Sanremo e quindi c’è da attendersi che questa sera ci sarà un annuncio di Amadeus visto che alla notizia tutti si sono alzati per un lungo applauso. Dal Vaticano il cardinal Ravasi ha omaggiato l’attrice sui social e poi è iniziata una lunga fila di ricordi dei registi (ancora viventi) e degli attori che l’hanno conosciuta iniziando da Sophia Loren, Lunetta Savino, Carlo Verdone, Enrico Ruggeri fino a Fiorella Mannoia che prima di fare la cantante era una stuntman ed aveva avuto modo di fare la controfigura della Vitti in “amore mio aiutami”girato a Sabaudia.Una lunga malattia dovuta a una forma di Alzheimer l’ha colpita dopo il matrimonio con Roberto Russo. Nata Maria Luisa Ceciarelli in Sicilia nel 1931, diplomata all’accademia d’arte drammatica poi aveva scelto di cambiare cognome e di debittare nel 1955 nell’Adriana Lecouvreur di Guido Salvini a fianco di mostri sacri come Valentina Cortese, Gabriele Ferzetti e Memo Benassi. 5 anni dopo si incarna nella silenziosa musa di Antonioni per il primo dei quattro film che vanno sotto il segno dell’ “incomunicabilita’ “: L’avventura. Nei successivi quattro anni diventera’ una diva internazionale grazie a titoli indimenticabili. Tutti i grandi registi internazionali la vogliono anche perche’ oltre a un volto bellissimo e misterioso sfoggia una voce roca e pastosa che (proprio come Claudia Cardinale negli stessi anni) afferma una diversita’ dalla scuola tradizionale di dizione.Eppure la cappa della donna misteriosa e algida non fa per lei, proprio come l’immagine di star distante e inconoscibile. Negli stessi anni ’60 si e’ cimentata piu’ volte con la tv ed ha avuto un riconoscimento speciale con la partecipazione alla tormentata giuria del festival di Cannes del 1968 quando si dimette dal suo ruolo in solidarieta’ ai contestatori della Nouvelle Vague.

E’ in questo momento che decide di dare un taglio alla sua immagine piu’ consolidata e abbraccia l’idea della commedia grazie a Mario Monicelli che la vuole protagonista de La ragazza con la pistola. Da questo momento sarà riconosciuta come la diva della commedia italiana.onica Vitti domina nel cinema italiano degli anni ’70. Si permette stravaganze di qualita’ (come nei ruoli cuciti sul suo fascino da Miklos Jacso’, Luis Bunuel, Andre’ Cayatte), lavora coi grandi italiani (da Dino Risi a Ettore Scola, da Monicelli al Luigi Magni de La Tosca), affianca Antonioni nella sperimentazione elettronica de Il mistero di Oberwald), trionfa in coppia con Alberto Sordi (specie grazie a Polvere di stelle diretto da Albertone), spinge al debutto dietro la macchina da presa prima Carlo Di Palma (il grande direttore della fotografia cheèdiventato il suo compagno) e poi il fotografo Roberto Russo che con lei debutta da regista con Flirt che le fa vincere il premio come migliore attrice a Berlino nel 1983. Insieme al Leone d’oro alla carriera che nel 1995 le viene dato da Gillo Pontecorvo alla Mostra di Venezia e’ uno dei maggiori riconoscimenti internazionali che affiancano i 5 David, 12 Globi d’oro e i 3 Nastri d’argento guadagnati in patria. Mai ferma nella sua sete di vita e di sfida conquista anche le platee televisive insieme a Mina (Milleluci nel ’74 e Domenica in vent’anni dopo), scrive due libri autobiografici, firma la sua unica regia (Scandalo segreto) nel 1990, porta in teatro la grande commedia americana da La strana coppia a Prima pagina. Sono tantissimi i suoi film ed interessante soprattutto il sodalizio con l’amico Alberto Sordi. pensiamo che la cosa più intelligente sia riscoprirla per cui terminiamo con la sua filmografia.

di Stefano Sacchi


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