Attualità Capitanata

Trent’anni da Capaci: la foto di Falcone e Borsellino che ha cambiato la vita di Tony Gentile

Ci sono scatti che fermano il tempo e diventano immortali. Uno di questo è il ritratto fatto da Tony Gentile ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un’immagine di vita che, dopo la loro morte avvenuta il 23 maggio e il 19 luglio del 1992, è diventata un simbolo di lotta e rivendicazione. La fotografia, molto semplice, vede i due magistrati sorridere: uno scatto indimenticabile che rappresenta, dopo trent’anni, l’immagine più ricorrente e iconica che raffigura Falcone e Borsellino. 

Tony Gentile, fotoreporter palermitano conosciuto e apprezzato a livello internazionale, quando scatta quella fotografia che rivoluzionerà la sua vita ha solamente 28 anni. Non sa ancora, dopo tre anni di apprendistato e di osservazione di alcuni grandi fotografi palermitani come Franco Zecchin e Letizia Battaglia, che quella sera aveva scattato la fotografia della sua vita. Era il 27 marzo del 1992 a Palazzo Trinacria per un convegno su politica mafia organizzato dall’amico e magistrato Giuseppe Ayala. Quello scatto, così intimo e semplice, sarà uno degli ultimi momenti immortalati in vita dei due giudici. 

“Mi aveva mandato un quotidiano locale in quella sala”, racconta Gentile al settimanale Oggi. “In ritardo entra Falcone e si avvia al tavolo. Percepisco che è il momento giusto, comincio a fotografare da una posizione discosta, scatto e colgo l’attimo in cui Falcone e Borsellino si avvicinano, si dicono qualcosa, si sorridono”. 

Non uno scatto per caso, ma il momento giusto colto. Gentile aveva capito subito che quella situazione avrebbe garantito uno scatto perfetto, e così fu. Dopo gli scatti, Gentile ha con sé 17 negativi su pellicola bianco e nero. Il più famoso è il terzultimo, che per l’edizione del giornale del giorno dopo non viene considerata. Quella foto resterà in un cassetto e diventerà famosa, sfortunatamente, solamente dopo la morte di Falcone e Borsellino. “Una collega mi ricorda che ho quella foto, e i giornali la comprano, senza ancora pubblicarla. Quella è l’ultima foto bella, quella che si mette sulla tomba dei propri cari. A pensarci non abbiamo mai visto Falcone e Borsellino da morti, come Moro riverso nella R4 o Dalla Chiesa accasciato accanto alla moglie. Quei due giudici rimangono vivi. Sono due sconfitti in fondo, ma sorridono: in tal senso è una foto perfetta”. 

Quello scatto nel tempo è diventato tante cose: un simbolo, difficile da controllare e regolamentare. Per i trent’anni dall’orrore del 1992 la foto di Gentile è diventata il soggetto della moneta da 2 euro con cui verranno ricordare le stragi. 3 milioni di pezzi con quel sorriso, con quello scatto che nessuno dimenticherà mai. 

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