Terminato dopo 37 anni l’onorato servizio di Saverio Grieco in Polizia
Terminato dopo 37 anni l’onorato servizio di Saverio Grieco in Polizia
E’ noto, infatti, che il tempo, trascorre inesorabilmente, così come sono trascorsi in un “attimo”, gli onorati trentasette anni nella Polizia di Stato del sipontino Saverio Grieco.
Da giovanissimo, una fervida passione per il volo aeronautico per il quale prova il concorso in Accademia ma contemporanemente supera il concorso nella Polizia di Stato, altra sua grande passione professionale.
Arruolato in Polizia, il 27 maggio 1987, frequenta il corso di addestramento presso la scuola allievi agenti di Vibo Valentia e dopo soli sei mesi viene trasferito al compartimento Polfer di Milano Centrale dove risulta aggregato alla squadra anti borseggio nella tratta Milano Trieste, notoriamente frequentata da pericolosi delinquenti slavi ed è lì che fattivamente si distingue per aver registrato, al suo attivo, numerosi arresti di borseggiatori e delinquenti abituali.
Nel 1990, viene trasferito presso la Questura di Foggia, Sezione Ordine Pubblico ed in seguito alla Sezione Accertamenti presso il Tribunale di Foggia.
Nel 1995 avviene il trasferimento presso il Commissariato di Manfredonia, guidato dal dirigente Antonio Lauriola e prontamente adibito alla sezione Squadra Volante, dove partecipa, attivamente, alle complesse indagini relative all’omicidio della minore Giusy Potenza, conclusesi con l’arresto dell’omicida.
Al suo attivo, a consuntivo della sua quasi quarantennale carriera, si registrano numerosi arresti per droga e per reati contro il patrimonio e la persona.
Nella parte finale della sua onorata carriera in Polizia, per un breve periodo, ha assunto anche la funzione di poliziotto di quartiere unitamente al collega fraterno Potenza Michele, con il quale, giornalmente, appiedato e vicino alla gente, ha percorso chilometri su chilometri per assicurare la sicurezza nei quartieri, reprimendo tentativi di reati o se commessi, notificando numerosi fogli di via a borseggiatori in trasferta.
Per gli amici, è notoriamente conosciuto come “Penna bianca o un Tulipano bianco”, quest’ultimo un fiore(raro) o anche Ravanelli, ai quali, nel suo ultimo giorno di lavoro, ha innegabilmente lasciato un bel ricordo, come uomo-poliziotto, ligio al dovere e rispetto per quella divisa incollata alla pelle per trentasette anni, con uno spiccato senso della legalità e giustizia.
Antonio Castriotta