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Schlein perde ancora pezzi. Chinnici, figlia del magistrato ucciso dalla mafia, passa a Forza Italia

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Il Pd di Elly Schlein perde ancora pezzi. Dopo l’uscita dal partito del Senatore Borghi (in direzione Italia Viva di Matteo Renzi), oggi è stato ufficializzato un nuovo addio dalla comunità democratica. L’addio è quello di Caterina Chinnici, magistrato palermitano, europarlamentare del Partito Democratico dal 2014. Dopo due legislature nel gruppo dei Socialisti democratici europei, dunque, Chinnici abbandona il Pd. Chinnici, che era stata candidata anche alla presidenza della Regione Siciliana (dopo aver vinto le primarie del campo progressista), ha annunciato la sua scelta in un’intervista al Corriere della Sera

L’europarlamentare figlia di Rocco Chinnici (magistrato ucciso dalla mafia e artefice del “pool antimafia” di Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) lascerà il Pd per andare nella Forza Italia di Silvio Berlusconi. “Io ero una indipendente, lo sono e lo sarò sempre e così ho deciso di aderire al Ppe, nella delegazione di Forza Italia. Io sono sempre stata una moderata, per la mia storia di magistrato lavoro su temi come i diritti dei minori, sul contrasto al terrorismo, alla criminalità organizzata, e su tutti i profili connessi con le agenzie europee di giustizia e affari interni”.

Per Chinnici, dunque, non ci sarebbero motivi partitici alla base della sua scelta, ma solamente differenze di visione dalla nuova segreteria di Schlein. “Conosco Elly da tanto, ne apprezzo l’autenticità dell’impegno. Ma su alcuni temi abbiamo visioni diverse, e inoltre il gruppo dei Socialisti e democratici nel tempo si è spostato sempre più a sinistra. Troppo, per me”. E ancora: “Certamente sono posizioni che mi mettono in difficoltà. Quando si parla di diritti delle coppie che vengono prima di quelli dei bambini, pur essendo io molto aperta, non posso condividere”. 

Per l’europarlamentare la scelta di andare nella Forza Italia di Silvio Berlusconi non è un tradimento della sua storia, anzi. L’incontro decisivo è stato quello con Antonio Tajani. “Con lui ci conosciamo e ci stimiamo reciprocamente dal 2014. La nostra collaborazione è andata via via consolidandosi nel momento in cui è diventato presidente del Parlamento europeo”.

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