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Sannella, dopo il Foggia Calcio ed il Pastificio Tamma ora compra il Don Uva?

Apprezzo le parole di elogio dei miei competitor, come loro vogliamo lavorare per il territorio. Siamo fiduciosi sull’operazione”. Fedele Sannella, dopo aver prolungato l’avventura imprenditoriale con il Foggia Calcio, parla di “una delle operazioni più importanti”, quella per l’acquisizione del Don Uva. La diversificazione spinta non lo spaventa, anche perché – spiega – “noi rappresentiamo il perno sul territorio, il know how lo metteranno altri. Dal punto di vista operativo non gestiremo noi le strutture“. “Abbiamo già fatto scelte importanti in questi anni – afferma Sannella -, come l’acquisizione della Tamma che era sulla via del fallimento. Dovremo aspettare almeno 5 anni per raccogliere i frutti. Il tempo è importante negli investimenti, per questo chiediamo un cronoprogramma certo per la Casa Divina Provvidenza. Siamo convinti di poter avereottime possibilità, perché siamo gli unici ad aver puntato a tutte e tre le strutture (Bisceglie, Potenza e Foggia). Gli altri competitor, Telesforo e D’Alba, sono infatti interessati alla sola Foggia e, a differenza della compagine avversaria, hanno sempre operato nel settore sanitario e sociosanitario.

Un tentativo di dialogo c’è stato – si confida il capo di Satel -, ma se con Telesforo non c’erano problemi con D’Alba c’era incompatibilità, per via del fatto che al nostro interno abbiamo già società per così dire concorrenziali, come Elleuno, mentre nella ristorazione abbiamo il colosso Serenissima, con 400 milioni di fatturato”. Dunque, nonostante le voci che si rincorrono negli ultimi tempi, secondo le quali qualcuno starebbe pensando di virare negli investimenti per via dei tempi di conclusione delle operazioni di cessione, i Sannella vorrebbero chiudere positivamente l’acquisto. Salvo poi dirimere alcuni problemi sul personale: “Tra gli operatori non ci dovrebbero essere problemi, ma qualche problema potrebbe spuntare tra gli amministrativi, come verificato nel business plan”.

L’appuntamento di ieri, a Bologna, doveva essere l’occasione per parlare anche di questo. Stefano Iseppi, referente della cordata intervistato da questa testata giorni fa, non vorrebbe sbottonarsi sui dettagli interni, ma alla domanda sulla presenza di tutte le parti presenti nella cordata, risponde sorridendo: “Abbiamo fatto un’offerta vincolante, c’è l’assegno circolare che impegna tutta la compagine, che è solida dal punto di vista economico, fino alla fine della procedura. La nostra ‘offerta definitiva’ l’abbiamo fatta a gennaio – chiosa replicando alla recente comunicazione del commissario straordinario, Bartolomeo Cozzoli -, adesso ragioniamo solo sulle sfumature durante il dialogo competitivo per eventuali approfondimenti richiesti dal ministero”. Per migliorare economicamente l’offerta, in definitiva, non ci sarebbe “tempo utile”. Ma chi c’è nella compagine, atteso che dall’altra parte il quadro è abbastanza chiaro? “Oltre alle società di Sannella, che si occupano di altro, ci sono Elleuno e Serenissima. Ci sono delle valutazioni in corso, perché nei servizi ogni giorno possono uscire notizie positive e negative. Anche la vicenda Don Uva, perciò, può subire variazioni. Il nostro pensiero potrà essere chiaro alla fine della procedura, il 30 giugno”.

La sede del Don Uva in via Lucera a Foggia

La sede del Don Uva in via Lucera a Foggia

Iseppi entra nel dettaglio della nascita del rapporto con gli imprenditori foggiani che finora si sono occupati di altro: “Sembra che ci siamo incontrati all’improvviso, ma conosco i Sannella già da qualche anno. Li ho conosciuti tramite amici di famiglia, quando mi venne chiesto un parere su alcune operazioni nell’area sociosanitaria che scartai sin dal primo momento. Alcune di queste operazioni non sono andate a buon fine perché nel sociosanitario non si parte mai dagli immobili, ma dai bisogni e dalla competenza. Loro sono intelligenti, hanno capito che pur non essendo direttamente competenti in materia, hanno capito che dovevano mettersi con chi fa questo tipo di attività da molti anni. La situazione del Don Uva era conosciuta da almeno una decina d’anni dagli addetti ai lavori, pertanto l’inizio della procedura è stata l’occasione per cominciare a dialogare seriamente. Con la consapevolezza, tuttavia, che in questo tipo di settore ci sono ostacoli importanti all’entrate e che, per far girare i numeri, serve un know how elevato”.

La scadenza fissata dal commissario è molto vicina, anche “se le cose, a livello teorico, possono cambiare da un giorno all’altro”. Un modo per dire che lo scenario potrà cambiare notevolmente in pochi giorni. “Nella compagine tutti meritano stima per la serietà – sorride -, se ci saranno tutti fino al 30 lo vedremo presto. All’inizio di luglio – conclude – potremmo parlare diversamente…”.

 

Fonte: www.immediato.net

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