Politica Italia

Lavoro, salute e dignità: il ruolo della politica

Ph. Il puntoquotidiano

Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che usci all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordo con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vidi altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò.” Ed essi andarono. Usci di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano li e disse loro: “perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna………………….” Mi piace pensare che Gesù nel Vangelo di Matteo 20,1.16, volesse mettere al centro della vita delle persone anche l’importanza del lavoro. Difatti, il padrone della vigna esce ben cinque volte nell’arco di una giornata per prendere al lavoro chiunque fosse in piazza ad aspettare che qualcuno li chiamasse per lavorare. La stessa Costituzione Italiana all’art. 1 e 4 pone a fondamento della vita il lavoro e, lo Stato deve fare di tutto per garantire a chiunque questo diritto e dovere della persona. Non si può capire l’importanza fondamentale del lavoro per la dignità di una persona se non si è provato lo stato di disoccupato e/o inoccupato. Senza lavoro non c’è dignità, non c’è libertà dal bisogno, non si può costruire né progettare la propria vita, si muore lentamente in uno stato di solitudine e, ne viene compromessa la salute. La perdita di senso del vivere può produrre malattie gravi e morte per disperazione. Una recente ricerca fatta negli Stati Uniti ha rilevato un aumento importante del tasso di mortalità tra i cinquantenni con bassa e media istruzione dovuta, appunto alla disoccupazione e alla inoccupazione. In altre parole senza il lavoro ci sentiamo inutili e persi e, la vita ci sembra un viaggio senza meta. La disoccupazione dilagante esistente nella città di Manfredonia è un elemento disabilitante dell’esistenza che non può essere più tollerato e sopportato. E’, tempo di liberare le donne e i giovani dalla rassegnazione e dal bisogno creando lavoro economicamente e socialmente utile. Questo è compito primario della politica e delle sue istituzioni creando le migliori condizioni ambientali, infrastrutturali, formativi e di opportunità per tutti. La politica non può rimanere indifferente né può ignorare la catastrofica previsione secondo la quale nel nostro territorio c’è il rischio che nove giovani su dieci allo stato attuale non hanno nessuna possibilità di trovare un lavoro adeguato alle loro capacità, professionalità e aspettative retributive. Non bisogna rassegnarsi ad avere nella città tassi di inoccupazione intorno al 60%, di cui le donne e i giovani sono quelli drammaticamente più colpiti. E’, una sconfitta di tutti e, la politica ne ha la responsabilità maggiore. Mai come oggi la politica è chiamata ad avere una Visione del Paese e dei territori. Nessuno meglio di J.F. Kennedy ha spiegato meglio quanto sia importante avere un Visione, stabilire obiettivi da raggiungere e definire le giuste strategie per ottenere risultati, lo fece quando annuncio che gli Stati Uniti d’America avrebbero portato l’uomo sulla Luna e, l’avrebbero fatto ritornare: “definendolo più chiaramente il nostro obiettivo, facendolo apparire più gestibile e meno remoto, avendo tutti l’opportunità di comprenderlo e trarne speranza e non potranno fare a meno di provarlo a realizzarlo”. La politica oggi deve poter narrare cose possibili e concrete, dimostrando di poterle fare e, i comportamenti dei politici devono essere coerenti con le loro narrazioni. Tutto questo è drammaticamente mancato negli ultimi anni e, ha portato la città nello stato di declino e di immobilismo in cui è precipitata, producendo una spirale atroce fatta di disoccupazione, emarginazione dal mercato del lavoro e abuso di farmaci e droghe (il 50% delle persone che sono fuori dal mercato del lavoro usano quotidianamente anti-dolorifici e psicofarmaci) con costi sociali elevatissimi. La città ne può uscire se si ristabilisce una forte componente civica fatta di partecipazione e di cittadinanza attiva. Creare una città sempre più rigenerativa, dove soddisfazione e ricchezza di senso del vivere siano possibili a tutti. Una sfida enorme se pensiamo ai tanti scartati, ai giovani che né lavorano né studiano. Porre un obbiettivo: creare valore economico e posti di lavoro è il necessario, qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno, ma il fine è una vita ricca di senso e di relazioni autentiche. Realizzare questo obiettivo è la ragion d’essere della politica. Nell’economia, la politica è levatore delle energie della società civile, enzima e catalizzatore. La città ha bisogno di una politica che sappia narrare bene il futuro e, lo sappia realizzare in coerenza con la propria vita pubblica e privata.

Nicola di Bari

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