Reazione a Catena: i telespettatori si sono stufati degli “Smamma”?
Nell'ultima puntata di Reazione a Catena il trio formato da Marco Minazzi e le sue due figlie ha vinto oltre 8.000 euro.

Non conosce battute d’arresto il percorso degli “Smamma” a Reazione a Catena. Il team formato da Marco Minazzi e dalle figlie Sara e Marta continua a macinare successi, conquistando la dodicesima puntata consecutiva e lasciando ancora una volta senza parole pubblico e conduttore. Pino Insegno, divertito e sorpreso, li ha persino ribattezzati “i bravissimi Smamma”. Nella serata di lunedì 8 settembre i tre campioni si sono trovati di fronte a un montepremi iniziale di 17.625 euro, da difendere con l’ultima parola. Gli indizi proposti erano “castello” e “in….o”, mentre l’elemento misterioso restava da acquistare. La prima intuizione è stata “incantato”, termine che legava perfettamente i suggerimenti. Dopo aver deciso di comprare il terzo indizio – “imbambolato” – il trio ha confermato l’ipotesi iniziale, rivelatasi corretta. La scelta si è trasformata così in un’altra vittoria, con un premio finale di 8.813 euro, che si somma al bottino accumulato nelle scorse serate. Gli “Smamma” continuano quindi la loro corsa da record, diventando sempre più protagonisti assoluti del quiz estivo di Rai 1. Nonostate la loro bravura, non sono mancate ultimamente polemiche generate dagli utenti social.
Reazione a Catena: i social dissentono sugli autori
Anche stavolta non sono mancate le polemiche sugli Smamma. Sui social, infatti, diversi telespettatori hanno espresso dubbi sulla vittoria del trio composto da padre e figlie. Secondo alcuni utenti, la soluzione sarebbe stata troppo semplice rispetto alla difficoltà abituale del gioco, mentre altri hanno messo in discussione la “fortuna” con cui Marco, Sara e Marta riescono a confermare intuizioni immediate. In particolare, la scelta della parola “incantato” ha fatto discutere: per qualcuno si trattava di un collegamento quasi scontato, per altri invece la combinazione degli indizi non appariva così lineare. Il risultato? Una pioggia di commenti tra sostenitori e scettici, con la squadra che continua comunque a difendere il proprio titolo senza esitazioni. Un utente su X ha scritto: “La soluzione INCANTATO di #reazioneacatena lo ha indovinato anche mia nipote di 4 anni ! Che presa per il c….. : ormai nei quiz decidono gli autori e dintorni chi far vincere e quando”. C’è poi chi, alludendo alla prova finale, ha affermato: “Li stanno agevolando quella di stasera era elementare proprio, dai, fanno come vogliono forse ormai sono alla fine e vogliono regalare tutti i soldi rimasti quando ad alcuni gruppi l’ultimo gioco erano impossibili le parole e comunque e un gruppo bravo e anche simpatico però non fate preferenze”. Non manca chi, esasperato, ha commentato con un vero e proprio sfogo: “SIAMO STANCHI, questo programma deve finire, troppe agevolazioni x i campioni, possibile che la REDAZIONE, IN 11 PUNTATE NON SIA RIUSCITA A TROVARE DEGLI AVVERSARI VALIDI??? Una VERGOGNA , presentatore troppo di parte verso i “CAMPIONI””. Fortunatamente, il trionfo continuo degli “Smamma” è accompagnato anche da commenti gentili ed empatici, come il seguente: “Bravissimi, ma quante emozioni ci regalate ogni sera? Avanti così”. Una utente, con una semplice e breve frase, ha poi provocato i tanti “indignati” affermando: “Invece di criticare perché non provate a partecipare?”. Gli “Smamma” – ovvero Marco Minazzi con le figlie Sara e Marta, originari di Varese – sono ormai i dominatori assoluti di Reazione a Catena. Il trio, che ha scelto il nome come omaggio alla mamma rimasta a fare il tifo da casa, ha raggiunto ieri, 8 settembre, la dodicesima vittoria consecutiva, portando il montepremi complessivo a oltre 94 mila euro. Grazie all’intuizione della parola “incantato”, i campioni hanno incassato altri 8.813 euro, confermandosi imbattibili e conquistando anche i complimenti di Pino Insegno, che li ha definiti “i bravissimi Smamma”. Un percorso trionfale che entusiasma il pubblico, ma che allo stesso tempo alimenta polemiche e sospetti di eccessiva facilità delle prove sui social.
