Paolo Diacono e la battaglia di Siponto
Paolo Diacono e la battaglia di Siponto
A cura di Pasquale e Giovanni Ognissanti (Archivio Storico Sipontino)
Dall’operaHistoria Longobardorum, IV,di Paolo Diacono (720/24- 799 c.a), per l’anno 642, riportiamo¸
Quia Aio cumtamannum et mensibusquinqueBeneventorumducatumregeret , venientes Sclavi cummultitudinenavium, non longe a civitate Siponto castraposuerum. Qui occultas fovea circa sua castra facente, cum Aio super eosabsentibusRaduald et Grimoald, venissetcosque debellare veletcumSclavis, simulcumaliquantisaliisextinctus est.
Lo scritto, nel secolo recente, ha suscitato pure qualche polemica tra autori italiani ed autori slavi.
Nel giornale “L’Adriatico”, del 30.9.1934, edito a Pescara, nell’articolo (s.f.) “Jugoslavolerie” ,si fa riferimento ad un concorso bandito da “ JadranskaStraza” per diffondere la conoscenza della storia slava; si tratta di effettuare tredici quadri ad olio, il primo dei quali deve raffigurare la “Battaglia di Siponto”, del VII secolo, “nella quale la nostra marina (cioè jugoslava, n.d.r.) si è distinta colla conquista di quella città sull’opposta riva dell’Adriatico”.
L’autore dell’articolo, replica, invece: “Niente battaglia navale di Siponto. Narra Paolo Diacono che nel 642, Aio, duca di Benevento, avendo saputo che degli slavi erano sbarcati a Siponto, andò per cacciarneli, ma cadde davanti al loro campo, in una buca mascherata, e fu ucciso. Che sia stato ammazzato a tradimento lo dice anche la cronaca di S.Benedetto, che parla di uccisione fatta con astuzia per ingenium, quindi non per valor militare del nemico. Ad ogni modo gli slavi furono cacciati.”
Verosimilmente il quadro partecipante al concorso è stato eseguito se, come rileviamo dal Coppolecchia (Canti liturgici, paraliturgici e devozionali di tradizione orale, a Manfredonia, 2022, p. 20), nel Museo della Guerra di Belgrado vi è esposto un quadro dal titolo: “Siponto conquistata dagli Slavi nel 642”, raffigurante una cartina geografica con un tratto della costa pugliese, indicando la città di Siponto, con sotto la scritta: “oko, 642/ Sloveni/napadaju/ Sipont/ u Italiji”.
Da Fragnito e Grella (A.FRAGNITO-V.A. GRELLA, Aione, il terzo duca di Benevento), fra l’altro,riportiamo: “ Il Regno di Aio (Aione) fu molto breve, durò appena un anno e cinque mesi per essere poi stroncato da un evento imprevedibile. Nel 642 una armata di Slavi irruppe nella Puglia longobarda, accampandosi nei pressi della città di Siponto”.
Ma c’è di più; dal de Sariis (A. DE SARIISDell’ istoria del regno di Napoli, Volume 1, Napoli, 1741) si ha: Morto Arechi, gli succedette al Ducato Beneventano Ajone suo figliuolo, associato al Ducato cinque mesi prima di morir il padre, il quale conoscendolo di poco senno, lo raccomandò a Ro-doaldo e Grimoaldo figliuoli ambidue di Gisulfo già Duca del Friuli, allevati nella sua Corte, ed amati da Arechi come propri figliuoli, e sostituiti li avea al Ducato in mancanza d'Ajone. Sotto il governo di Ajone cominciarono la prima volta a farsi sentire in queste contrade gli Schiavoni. Erano questi originarj della Sarmazia Europea, di qua e di là del Boristene, e ad esempio degli al-tri Popoli barbari, s'avanzarono fin alle rive del Danubio, e la valicarono fotto l'Imperio di Giu-stiniano. Piegaronsi poi nell' Illiria, e ne occuparono una gran parte, propriamente quella, che sta tra la Drava e la Sava, tirando verso l'Occidente, chiamata ancor oggidì dal lor nome Schiavonia. Questi calando dalla Dalmazia, che avevan già occupata, sbarcati a Siponto, cominciarono a depredare la Puglia. Ajone, che intese l'irruzione de' Sclavi, con alquante truppe, che potè al meglio unire, andò in assenza di Radoaldo per combatterli; ma venuto a battaglia presso al fiume Ofanto, cadde in un fosso, dove li Schiavoni l'uccisero non avendo governato che un sol anno dopo la morte del padre. Mentre gli Sclavi stavano trionfando della vittoria riportata sopra il medesimo, giunse opportunamente colla sua truppa Radoaldo, il quale gli sconfisse e fu assunto al Ducato Beneventano con Grimoaldo suo fratello conforme all'istituzione data loro da Arechi. Invase altre Regioni de' Greci, ed assediò invano Sorrento. Morì Radoaldo, e restò solo al governo Grimoaldo suo fratello, che tenne il Ducato altri sedici anni. Sotto il di costoro Ducato, s'intesero per la prima volta in queste Provincie le nuove leggi scritte di Rotari, le quali cominciaron a rendersi familiari, tanto che nei tempi seguenti bisognò, che le Romani cedessero, conservandosi solamente come antiche usanze presso alla plebe.
Mentre Grimoaldo fu Duca di Benevento, ebbe fovente a combattere co’ Napolitani, e co’ Greci , contendendo con questi il possesso del Monte Gargano posto sopra Siponto dirimpetto all’Isola Diomedee, oggi Tremiti; e dopo una lunga ed ostinata pugna, finalmente riuscì a Longobardi vincere i Greci.
I vincitori saccheggiarono quel ricco Santuario, celebre al Mondo per la marivigliosa apparizione in quel luogo dell’Arcangelo Michele, accaduta a tempo del Pontefice Gelasio I; non già come vollero erroneamente alcuni Scrittori, che fusse saccheggiato da’ Greci o Saraceni. In effetti, quindi, una battaglia di Siponto viè stata, ma nel 663; ed ancora, daFragnito e Grella: “La battaglia di Siponto (663) si svolse a Siponto ai piedi del monte Gargano il giorno 8 maggio tra Saraceni e longobardi. Questi ultimi per celebrare la vittoria ne predarono tra l’altro molte chiese, ma non dell’Arcangelo Michele, la cui apparizione durante lo scontro ne decise l’effetto favorevole alle forze cristiane”.