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Pacco di Natale con brutta sorpresa per i Comuni

Nella legge finanziaria 2018 non è stato inserito l’emendamento dell’ANCI sui proventi per gli enti locali da impianti che producono energia da fonti rinnovabili.
È stato invece approvato l’emendamento che riduce le sanzioni in materia di incentivi in caso di violazione delle norme da parte dei predetti operatori.

Dopo la dura fase della riduzione dei trasferimenti, che tra tagli diretti alle risorse e vincoli del Patto di stabilità ha portato il contributo dei Comuni al risanamento dei conti pubblici all’assurda cifra di oltre 13,5 miliardi di euro.
Dopo il lungo e difficile percorso di risanamento dei bilanci compiuto dai Comuni che ormai pesano sulla finanza pubblica per circa il 7% in termini di spesa e per meno del 2% in termini di indebitamento.
Dopo il crollo di circa il 30% della spesa per investimenti, invece di assicurare ai Comuni una dotazione di risorse adeguata e certa, il Parlamento non ha approvato l’emendamento dell’ANCI alla legge finanziaria.
In sostanza l’emendamento dell’ANCI tendeva a salvaguardare le entrate, derivanti dalle compensazioni monetarie per l’istallazione degli impianti per energie rinnovabili, già previste nei magri bilanci dei Comuni, per gli accordi sottoscritti prima del 10 settembre 2010, data di entrata in vigore del decreto che revoca l’assenso da parte dei Comuni .
Al contrario, il Parlamento ha approvato l’emendamento che riduce le sanzioni in materia di incentivi in caso di violazioni delle norme da parte dei produttori di energia da fonti rinnovabili.
Uno schiaffo ai Comuni che pregiudica il loro sforzo di riequilibrio dei bilanci!
Il governo fa il Robin Hood al contrario: toglie ai poveri (i Comuni), per dare ai ricchi (i signori delle rinnovabili)!
Gli stessi signori che prima hanno istallato gli impianti per prendere gli incentivi e poi non rispettano gli accordi sottoscritti con i Comuni. Cosiddetti imprenditori arricchitisi sulle spalle dei contribuenti, che pagano in bolletta i costi degli impianti di energie rinnovabili. Produttori lobbisti di professione che fanno passare i loro emendamenti nelle commissioni parlamentari che, invece, non ascoltano le ragioni dei Comuni che rappresentano tutti i cittadini! Vergogna!
I Comuni che hanno sottoscritto le convenzioni prima del 2010 hanno previsto in bilancio le relative entrate. È evidente che il mancato rispetto di quanto previsto nelle convenzioni prima del 2010 da parte dei titolari degli impianti per fonti di energie rinnovabili violerebbe i contratti stipulati e determinerebbe gravissime conseguenze per i Comuni, causando condizioni di squilibrio.
La situazione è drammatica per i Comuni della provincia di Foggia, dove sono installate oltre 1000 pale eoliche (derivanti dalla normativa regionale del 2006, successivamente dichiarata incostituzionale) che forniscono un importante contributo alla produzione nazionale di energia da fonte rinnovabile.
Tali istallazioni, che hanno stravolto bellissimi paesaggi rurali, sono state possibili per il coinvolgimento delle popolazioni dei territori che, in compenso, attraverso le convenzioni in oggetto, hanno ottenuto la promessa di ricevere negli anni maggiori servizi e investimenti (come testimonia il lavoro dell’ISPRA denominato “gli impianti eolici nella percezione di alcune comunità del Sub Appennino Dauno”).
Un’imprevista smentita delle aspettative alimenterebbe un clima di avversione all’installazione degli impianti di produzione di energia da rinnovabili.
Per questi motivi l’ANCI chiede al Governo, in particolare al
Ministero dello Sviluppo Economico, di intervenire con una specifica norma che faccia salve le convenzioni sottoscritte prima del decreto ministeriale di settembre 2010, salvaguardando i bilanci dei Comuni e le economie locali.

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Redazione

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