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Nessuna sorpresa: Fontana è il nuovo presidente della Camera

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Per questo voto nessuna sorpresa: il leghista Lorenzo Fontana è il nuovo Presidente della Camera. Dopo la travagliata elezione di Ignazio La Russa, con il voto contrario di Forza Italia e il sostegno di una parte dell’opposizione, Fontana diventa presidente con una larga maggioranza parlamentare. 

Il suo nome è stato sostenuto dal suo partito, la Lega, da Fratelli d’Italia e dalla stessa Forza Italia di Silvio Berlusconi. In questa elezione, per scongiurare l’apporto esterno delle opposizioni, la minoranza si è cimentata in un conteggio parziale. Ogni opposizione, dunque, si è divisa scrivendo un candidato di bandiera. 

Il Partito Democratico ha votato Maria Cecilia Guerra con 77 voti. Il MoVimento 5 Stelle, invece, ha votato l’ex procuratore antimafia (ora parlamentare) Cafiero De Raho con 52 voti. Il terzo polo, con Calenda e Renzi, hanno votato il parlamentare Matteo Richetti con 22 voti. 

Più distanti da un voto organizzato altri voti come quello a Serracchiani (1), Molinari (1). Bianche 6 e nulle 11.

Lorenzo Fontana ha raggiunto la maggioranza dei voti necessari, in questo quarto scrutinio, per l’elezione del presidente della Camera: 222 voti. Il quorum era fissato a 197 voti, mentre i votanti erano 392.

Fontana, vicinissimo alla Lega di Matteo Salvini, è stato molto contestato in queste ore dall’opposizione. Alla Camera dei deputati, prima dell’inizio del voto, è comparso uno striscione: “No a un presidente omofobo”. Il presidente provvisorio Rosato ha subito chiesto ai commessi di rimuovere lo striscione. Ad innalzare in Aula questo slogan sono stati i deputati dem Alessandro Zan, promotore del DDL Zan molto criticato dallo stesso Fontana, e Rachele Scarpa. 

Fra pochi minuti è atteso il discorso di Lorenzo Fontana. Al momento della proclamazione, applausi dal centro-destra, mentre sono stati silenti i banchi dell’opposizione. Salvini ha dichiarato: “Sono felice, lo conosco da una vita. Essere cattolico non è un disvalore. Il centro-destra ha dimostrato di essere uniti. Non vedo l’ora che ci venga assegnato l’incarico di governo. Abbiamo idee e uomini chiari per passare dalle parole ai fatti”.

Oggi, dopo l’elezione dei due presidenti, si chiude il primo ciclo istituzionale della nuova legislatura. Ora, occhi puntati sulle consultazioni e la composizione del Governo. La palla, ora, dal Parlamento passa al Quirinale.

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